Quest’anno indirizziamo le nostre preghiere specialmente per la pace. Gesù
è la nostra Pace. È il Signore. Ma come ci ha dato la pace, come la dona al mondo?
Non solo vivendo una vita senza nessun peccato, in obbedienza totale a Dio suo Padre,
ma anche caricandosi dei nostri peccati. Ma una volta compiuto la nostra salvezza
come l’ha offerta all’Umanità? Innanzitutto invitando i suoi discepoli a
seguirlo in una vita simile alla sua. Nello stesso tempo, ha dato loro mandato di
annunciare ad ogni uomo che in Lui si trova il perdono dei peccati che solo Dio
può dare, e ha dato solo nel suo Figlio Gesù Cristo. Però questo perdono, questa
salvezza si ottiene credendo, cioè diventando discepoli. Cioè lasciandosi
trasformare dal suo Spirito che dà Vita (Dominum et vivificantem), per una vita
simile alla sua. Mai uguale – egli è il Figlio Unigenito – ma una vita in lui, alla sua
sequela, nella sua grazia e imitando i suoi comportamenti (“vivendo il Vangelo di
Nostro Signore Gesù Cristo spiritualmente” direbbe san Francesco). Così gli
Apostoli sono partiti, senza bisaccia, senza soldi, senza bastone, senza piani
precostituiti, con solo uno Spirito e una Notizia sconvolgente, che davano loro
capacità di vincere e cacciare i demoni, gli spiriti cattivi che tormentavano gli
uomini, di creare comunione, di (ri)edificare vite distrutte o smarrite.
Come la salvezza di tutta l’Umanità è passata attraverso la vita, la carne di un uomo, Gesù di Nazareth, così la salvezza continua attraverso la vita, la carne di chi ha creduto in Lui e "cominciando da Gerusalemme" annuncia nello Spirito la sua opera e presenza, e il perdono dei peccati che apre i cuori di altri uomini all’obbedienza della fede.
Di questo c'è bisogno affinché il Signore stabilisca la pace in Ucraina e
nel mondo. Senza conversione non ci sarà la pace. Tutto il resto, anche la legittima difesa e l'eroismo di chi offre la sua vita per difendere il proprio popolo, costruisce realmente la pace se si collega allo Spirito di Gesù Cristo.
Prima
Lettura Nm 21, 4b-9
Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.
Dal libro dei Numeri
In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 77
Non dimenticate le opere del Signore!
Ascolta, popolo mio, la
mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.
Quando li uccideva, lo
cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.
Lo lusingavano con la
loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
Ma lui, misericordioso,
perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.
Seconda Lettura Fil 2, 6-11
Cristo umiliò se stesso; per questo Dio lo esaltò.
Dalla
lettera di San Paolo apostolo ai Filippési
Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua croce hai redento il mondo.
Alleluia.
Vangelo Gv 3, 13-17
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio
dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia
innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita
eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché
chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
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