Visualizzazioni totali

domenica 28 agosto 2022

AGLI UMILI DIO RIVELA I SUOI SEGRETI, E LI ESALTERA' / XXII Dom. T.O., C.

 


Al tempo dell’Antico Testamento c'erano sempre guerre da qualche parte, violenze, soprusi, oltre alle calamità naturali… Tutte cose che incidevano direttamente sulla sopravvivenza delle persone, in particolare le più piccole. Eppure il saggio fa esperienza di Dio e dà consigli per vivere bene. Egli sa che il segreto è di ascoltare, di avere un orecchio attento oltre i tumulti e rumori del mondo perché Dio è onnipotente.

Noi abbiamo questo orecchio attento, questo sguardo che vede l’invisibile? La lettera agli ebrei ricorda ai cristiani che la loro esperienza in Cristo è molto più forte di quella impressionante del popolo ai piedi del monte Sinai. Lì c'era fuoco ardente, oscurità, tenebra e tempesta, squillo di tromba e suono di parole. In fondo sono queste le cose che cerchiamo. Quanti si dicono credenti e non vengono a messa perché ci sono altre cose da fare, o, addirittura, affermano che è più importante fare quelle altre cose che “perdere tempo a stare in Chiesa”. Eppure quando celebriamo la Risurrezione e ringraziamo Dio per averci dato la vittoria sulla morte, quando ci mettiamo in comunione con Lui nel contemplare con semplicità il Mistero di Cristo ci accostiamo “al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova”.  

Quando cercavo la fede, anch’io speravo avere qualche visione, vedere una luce, un angelo scendere dal cielo. A messa non mi sembrava che gli altri avessero tanta fede, che stessero partecipando a una “adunanza festosa”. Ma il Signore mi ha suggerito che neppure per gli Apostoli era stato facile comprendere chi era Gesù e ho cominciato a chiedergli con insistenza di darmi la fede degli Apostoli. Fu una felice intuizione…

Anche sant’Agostino volendo trovare la verità, cercava discorsi alti, ben espressi, ed era deluso dalle Scritture cristiane nel loro greco indegno di gente colta (i musulmani affermano che la bellezza letteraria del Corano è unica, “inimitabile” ed è una prova della sua origine divina. È vero che l’arabo del Corano è molto bello, soprattutto le Sure meccane, ma ci sono nèi. Il modo di contare nel Corano è proprio un casino e nessuno lo usa nella vita corrente. Ci sono pure ogni tanto altre contraddizioni grammaticali che gli studiosi si devono poi sforzare con fatica di giustificare, concludendo che, poi, comunque, Allahu A’lam: Dio sa meglio di tutti, quindi tutto a posto). Ma alla fine Agostino fu convinto dallo Spirito Santo attraverso la Parola di Dio, viva ed efficace, che egli ha ispirato e anima. L’umiltà e la preghiera della sua madre e probabilmente la sua semplicità culturale hanno aiutato Agostino ad accettare che Dio si possa esprimere anche in un linguaggio difettoso. Agli umili e “ai miti Dio rivela i suoi segreti!”

“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. La Parola di Dio si realizza sempre.

 

Prima Lettura  3,17-20.28-29, neo-volg. Sir 3, 19-21.30-31
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio. 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 67
Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. 

Seconda Lettura
  Eb 12, 18-19.22-24
Vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente. 

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Canto al Vangelo
  Mt 11,29
Alleluia, alleluia.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.

  

Vangelo  Lc 14, 1. 7-14
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal vangelo secondo Luca
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». 

 

Nessun commento:

Posta un commento