L’ASCOLTO
L’ascolto
è indispensabile per la salvezza che avviene per la fede, la quale viene
dall’ascolto (Romani 10,17-18). Ora l’ascolto è difficilissimo e raro. Bisogna fare
spazio a qualcuno. Abbiamo tutti un sistema di valori (non tutti positivi
e coerenti), un sistema di appoggi che è tendenzialmente chiuso, refrattario al
cambiamento. Gesù invece dice che dobbiamo “nascere
di nuovo”. Riconoscere Gesù come Signore non significa dire: “Signore, Signore!”
ma accettare in tutto la sua autorità, la sua sapienza per obbedirgli perché egli SOLO conosce la via della Vita, anzi, è la Via. Più leggo il Vangelo più mi
accorgo che gli apostoli non ascoltavano facilmente e spesso hanno frainteso
discorsi di Gesù perché pensavano di sapere già, di conoscere in anticipo il
Regno di Dio.
Vediamo
qualche esempio di ascolto:
Il non ascolto. Matteo
20,17-28:
17 Mentre saliva a
Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro: 18
«Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato
ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte 19 e lo
consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il
terzo giorno risusciterà».
20 Allora gli si avvicinò
la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli
qualcosa. 21 Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che
questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo
regno». 22 Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete
bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». 23 Ed
egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi
sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è
stato preparato dal Padre mio».
24
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; 25 ma
Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su
di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. 26 Non così dovrà
essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro
servo, 27 e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro
schiavo; 28 appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per
essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».
Gesù parla di qualcosa di molto importante
per lui e per la sua missione di salvezza di tutta l’umanità. Dovrebbe
interessare al massimo i discepoli. E invece vediamo che il suo discorso cade
totalmente nel vuoto. Entra in scena la madre di Giacomo e Giovanni con i due
figli. Lei ha una sua “santa idea fissa”: sistemare al meglio i suoi figli. Questo
impedisce a loro tre di ascoltare qualsiasi altro. Gesù non si arrabbia, si mostra
disponibile, ma spiega quali sono le esigenze per seguirlo fino in fondo.
Ecco che allora intervengono gli altri dieci, sdegnati. Anche loro non hanno assolutamente ascoltato Gesù ma invece il loro interesse si è immediatamente svegliato comprendendo immediatamente che Giacomo e Giovanni cercavano di prendere per sé i posti migliori. Ancora una volta Gesù non si altera ma coglie l’occasione per istruire i suoi discepoli partendo proprio dal punto in cui si trovano.
L’ascolto deviato. Matteo 16, 5-12.
5
Nel passare però all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere il
pane. 6 Gesù disse loro: «Fate bene attenzione e guardatevi dal lievito
dei farisei e dei sadducei». 7 Ma essi parlavano tra loro e dicevano:
«Non abbiamo preso il pane!». 8 Accortosene, Gesù chiese: «Perché,
uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane? 9 Non capite
ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete
portato via? 10 E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte
avete raccolto? 11 Come mai non capite ancora che non alludevo al pane
quando vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?». 12
Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito
del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.
Gesù, parlando della dottrina dei farisei che
corrompe le mentalità e il comportamento della gente, usa un’immagine che
dovrebbe apparire molto chiara allo spirito degli apostoli: quella del lievito.
Ma in presenza di un semplice languorino allo stomaco gli apostoli pensano al pane che sazia
e si fabbrica col lievito. E questo diventa l’oggetto della loro
conversazione. Ancora una volta Gesù concretamente li rassicura ricordando come
Dio non li ha mai abbandonati, ha provveduto e provvede sempre.
Il
vero ascolto: l’Annunciazione. Luca 1,26-38.
26 Nel sesto mese,
l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da
lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A
queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale
saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato
grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il
Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per
sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua
ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato
Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti
dicevano sterile: 37 nulla è
impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva
del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Maria ascolta e reagisce a quella Parola
detta dall’angelo, anche se vede delle difficoltà. Pure l’angelo è presente
alla sua interlocutrice e la rassicura, completa il suo messaggio. Allora Maria
risponde con il sì pieno della fede.
Innanzitutto Maria è centrata sulla frase dell'Angelo. Lei ascolta. Poi esprime ciò che risuona nel suo cuore all’Annuncio dell’angelo: «Come è possibile? Non
conosco uomo». L’ascolto si fa allora dialogo e termina con il modello di ogni
preghiera spontanea: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello
che hai detto».
Questa è la dinamica della Parola, è il
modello della Celebrazione della Parola. Tutte le Celebrazioni della Parola che
non seguono questo Modello, questa dinamica, sono imperfette.
Verifichiamo il nostro ascolto, se le nostre
risonanze hanno l’essenzialità e la rettitudine di quella della Vergine Maria,
verifichiamo se le nostre preghiere spontanee partono dall’ascolto della Parola
di Dio.
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