Incontro di preghiera ad Assisi. Giovanni Paolo II disse che per quella iniziativa qualcuno in Vaticano voleva scomunicarlo! |
Ci rivolgiamo agli intellettuali,
ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e
agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori
della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana
e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come
àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque.
Questa Dichiarazione, partendo da
una riflessione profonda sulla nostra realtà contemporanea, apprezzando i suoi
successi e vivendo i suoi dolori, le sue sciagure e calamità, crede fermamente
che tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una
coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché
il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che
divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi
supremi e trascendenti.
Noi, pur riconoscendo i passi
positivi che la nostra civiltà moderna ha compiuto nei campi della scienza,
della tecnologia, della medicina, dell’industria e del benessere, in
particolare nei Paesi sviluppati, sottolineiamo che, insieme a tali progressi
storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che
condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e
del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione
generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a
cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo
religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre
persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e
collettiva.
La storia afferma che l’estremismo
religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto nel mondo, sia in
Occidente sia in Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i segnali di
una «terza guerra mondiale a pezzi», segnali che, in varie parti
del mondo e in diverse condizioni tragiche, hanno iniziato a mostrare il loro
volto crudele; situazioni di cui non si conosce con precisione quante vittime,
vedove e orfani abbiano prodotto. Inoltre, ci sono altre zone che si preparano
a diventare teatro di nuovi conflitti, dove nascono focolai di tensione e si
accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata
dall’incertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli
interessi economici miopi.
Nessun commento:
Posta un commento