(segue da La Gioia del Vangelo: (2/4) IL RUOLO DEL VESCOVO / Papa Francesco sopprime Comunità e Associazioni).
L’organizzazione della Chiesa deve essere estremamente duttile. Praticamente, diceva il Cardinale Ratzinger, Gesù ha istituito solo i Dodici, affidando loro la pienezza della sua missione. Essi poi hanno partecipato formalmente ad altri questo dono, in modo pieno (ai loro successori) o parziale (ai presbiteri e ai diaconi). Tutti gli altri doni è “l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole”. (1 Cor 12,11).
Perché allora formare
dei gruppi distinti con nomi, divise, statuti? Se c'è bisogno, se c'è una
utilità pratica, allora la Chiesa usa o inventa delle forme per rendere più
efficace, più stabile, per proteggere un dato carisma. Prima di un’approvazione
ufficiale la Chiesa ha l’abitudine di far passare del tempo per mettere alla
prova il carisma e il gruppo che lo incarna. Spesso, dopo il primo entusiasmo,
tutto cade da solo. Un segnale negativo molto forte è quando un gruppo cerca da subito visibilità e ufficialità. Questi gruppi in genere non arrivano mai al riconoscimento ufficiale.
Se un gruppo riconosciuto, anche numeroso, si forma senza nessun carisma particolare, oppure il suo carisma si esaurisce o si perde, deviando, ecco che il vescovo locale in comunione con il Papa deve aiutare a risanare la situazione, talvolta semplicemente cancellando quella realtà. Quando “Le Verbe de Vie” è nato, ha suscitato grande interesse e entusiasmo: un carisma nuovo che includeva anche dei vedovi, concretamente ridava vita a un antico monastero a Solignac, nella mia Provincia … Ecco che questa Comunità nata ufficialmente nel 1986 e estesa anche all’estero, è stata dichiarata disciolta in giugno di questo anno. La Chiesa è stata paziente e prudente perché fin dal 1989 sono arrivate notizie di cose che non andavano bene.
Quali sono i criteri di
discernimento?
Il 22 maggio 1981 la
Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato una Nota Pastorale approvata dalla
XVI Assemblea Generale dei Vescovi Italiani, intitolata Criteri
di ecclesialità dei gruppi, movimenti, associazioni – Chiesacattolica.it. Questi criteri sono sempre validi. Riassumendo, eccone l’elenco:
I. – Ortodossia dottrinale e coerenza dei metodi e dei comportamenti; II. - Conformità
alle finalità della Chiesa; III. – Comunione con il vescovo.; IV. –
Riconoscimento della legittima pluralità delle forme associate nella Chiesa e
disponibilità alla collaborazione con le altre associazioni.
E’ chiaro che gruppi troppo piccoli, con una presenza solo locale,
senza una chiara coerenza dottrinale e formativa, o critici verso il magistero e la figura
del Papa e del vescovo, non possono essere riconosciuti come associazioni
cattoliche. Da allora, alcune restrizioni supplementari sono state imposte
dalla Santa Sede, in particolare vedi Lettera
Apostolica in forma di Motu proprio "Authenticum charismatis" con la
quale si modifica il can. 579 del Codice di Diritto Canonico (1 novembre 2020)
| Francesco.
Continuamente la Chiesa deve vigilare per accogliere,
guidare, incoraggiare, correggere, e, se necessario rifiutare o togliere il
riconoscimento canonico a gruppi di religiosi o di laici. E la Chiesa lo fa.
Grazie Dio la Benedica sempre fra Sereno
RispondiEliminaTutto perfetto, la Chiesa dev'essere molto VIGILANTE su Gruppi che vendono solo Fumo e poco Arrosto e poi con il tempo si sciolgono come Neve al Sole .
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