San Paolo parla a persone che hanno accettato Gesù come
Signore e imparano a seguirlo. Li aiuta a scoprire ciò che in loro è ancora dell’uomo
vecchio e rischia di proiettarsi sulla fede nuova. Devono crescere nella fede e
in particolare accettare la persecuzione e le tribolazioni. Certamente in loro rimane
profondo il desiderio della rivincita. Di che si tratta? È lo schema musulmano:
Maometto iniziò la sua predicazione in mezzo a mille difficoltà e umiliazioni, fino
a dover riparare nell’oasi di Tà’if, per poi emigrare a Medina con il suo gruppo
di fedeli. A Medina Maometto comincia ad imporsi come capo insieme religioso,
politico e militare, vive con i suoi attaccando e derubando le carovane dirette
alla Mecca ed elimina le opposizioni, anche con l’assassinio, persino di un’intera
tribù ebraica.
La perseveranza di Maometto nelle tribolazioni, e il
successo ottenuto poi, sono per i musulmani il segno che Dio lo ha scelto e gli
ha dato la vittoria. Noi non uccidiamo nessuno e neppure i musulmani normali,
ma non diciamo forse: quando sei incudine, sopporta, quando sei martello,
picchia? Se fossimo cristiani diremmo: “quando sei incudine, persevera e la tua
umile fermezza sia profezia per gli altri, quando sei martello, cingiti i
fianchi e comincia a servire”.
Si comprende benissimo lo sfogo, l’esultanza di chi
ha rovesciato una situazione di ingiustizia. È bella la tradizione ebraica che dice
che quando l’esercito del Faraone morì travolto dalle acque del mare, gli
angeli volevano associarsi al canto di vittoria di Mosè e del popolo,
definitivamente liberati dalla schiavitù. Ma Dio disse: “è giusto che Mosè e il
popolo esultino, ma voi no. Anche gli egiziani sono i miei figli”.
Maria non è Regina perché ha vinto come i re di questo
mondo, ma perché è stata Madre, Sorella, Serva, fino alla fine. E continua ad essere Madre, Sorella, Serva nella
gloria del cielo.
Prima
Lettura 2 Ts 1,1-5. 11-12
Sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite.
Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate
al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande
è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Mt 23, 13-22
Guai a voi, guide cieche.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti
alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che
vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare
un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due
volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta
nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e
ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite
ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per
l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande:
l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare,
giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura
per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il
trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
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