(segue da La Gioia del Vangelo: (1/4) PERCHE' PAPA FRANCESCO SOPPRIME COMUNITA' RELIGIOSE O ASSOCIAZIONI LAICHE? )
I vescovi sono i successori degli Apostoli e quindi incaricati
dell’annuncio e la diffusione del Vangelo nel mondo. Di fatto, essendo la
Chiesa una famiglia e non un partito, ne diventano i padri, o ancora i pastori
del gregge. Il gregge va nutrito con abbondanza della Parola viva di Dio e dei Sacramenti,
formato agli insegnamenti e ai comandamenti di Gesù. Nell’ultima frase del Vangelo
di Matteo troviamo: “E
Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in
terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto
ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo»”. (Matteo 28, 18-20). In questa frase così ricca, troviamo
l’incarico ricevuto dagli Apostoli. È un incarico positivo: spiegare, formare,
incoraggiare, nutrire con cibo adeguato alla forza della persona, della
comunità, per accompagnarne la crescita. Paolo rivolto ai Corinti costata che “Vi ho dato da bere
latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo
siete;” (1 Cor 3:2). Gesù stesso dice agli Apostoli nell’Ultima Cena, alla fine
della sua missione terrena: “Molte
cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il
peso”. (Giovanni 16:12). Infatti le ore successive saranno traumatiche per loro
e scapperanno. In nessun modo potevano seguire Gesù fino in fondo, lasciarsi coinvolgere
in prima persona nel suo cammino di offerta, fino alla morte e alla morte di
croce. È doveroso però, con percorsi idonei, far raggiungere ai credenti e alle
comunità “lo stato di uomo perfetto … la
piena maturità di Cristo” (Efesini 4,13).
Ma noi chiamiamo abitualmente i successori degli Apostoli “Vescovi”. “Vescovo”
viene dalla parola greca “episkopos” che significa “sorvegliante”. San Pietro
dice agli “anziani come lui” : “pascete
il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo (episkopountes) non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma
di buon animo;” (1 Pietro 5,2). Il
cristiano e in particolare i capi devono servire la comunità, ma il loro servizio
(diakonia) è anche “episcopato”. Infatti Pietro dice parlando di Giuda: “Egli era stato del nostro numero e aveva
avuto in sorte lo stesso nostro ministero (diaconia). .. “il suo incarico (episkopên) lo prenda un altro”. (Atti 1,17.20). Questo nome che è
rimasto “vescovo” per indicare il pastore di una Chiesa, forse non rende
pienamente la ricchezza del suo mandato ma ne sottolinea una parte importante.
Chiediamoci adesso a che cosa servono le comunità religiose o le associazioni di laici. Di per sé a nulla. Il progetto di Gesù è la comunione dell’umanità con Dio e tra gli uomini. La Chiesa è la comunità universale di coloro che chiamati dalla grazia hanno aderito a Cristo e alla sua Buona Novella. La Chiesa deve abbattere le barriere e non alzarne di nuove. “Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”. (Gal 3:28). Ma delle distinzioni, qualche organizzazione pratica possono permettere di vivere meglio la comunione. Per la moltiplicazione dei pani, Gesù chiede agli apostoli di far sedere la gente a gruppi di 50 circa (Mc 6,39-40; Lc 9,14). Anche la distanza geografica impone una organizzazione concreta: la Chiesa Universale è presente a Corinto e anche ad Antiochia, a Roma. C'è quindi la Chiesa che sta in Corinto, Antiochia, Roma, … . C'è la Chiesa “particolare” di Corinto, Antiochia, Roma, Napoli… Alla testa di ognuna c'è uno o più successore degli apostoli, e un collegio di sorveglianza di anziani con in mezzo a loro uno o più “episcopi”. Ma come nella comunità (Chiesa) c'è il carisma dell’episcopo, ci sono anche tutti i carismi necessari, riconosciuti, senza che ci siano gruppi particolari. San Paolo lo spiega dettagliatamente scrivendo ai Corinti: “Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune:” (1 Cor 12,4-7). Ed egli propone un elenco di queste manifestazioni: sapienza; scienza; fede; dono di far guarigioni; potere dei miracoli; profezia; dono di distinguere gli spiriti; varietà delle lingue; interpretazione delle lingue… che contribuiscono a costruire l’Unico Corpo di Cristo ( vedi 1 Cor 12,8-11). Nell’Unico Corpo “Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue”. (1 Cor 12,28). Tutto però deve tendere ad un unico scopo: vivere della vita di Dio, cioè avere il dono della carità.
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