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sabato 12 gennaio 2019

UN DIMINUIRE BRUTALE CHE NON TOGLIE LA GIOIA / sabato dopo l'Epifania

Giovanni Battista in carcere in balìa dei racconti dei discepoli.


Evitare a tutti i costi il peccato che porta alla morte (e anche essere attenti al peccato che non conduce alla morte – detto anche di fragilità – perché può diventare quella tiepidezza nei confronti di Dio che mette sulla strada sempre più sbagliata), perché il dono che Dio ci offre gratuitamente e che si riceve tramite la fede, è una vita traboccante di luce e di amore, di vittoria sulla morte!
Chi sa di essere generato da Dio preserva se stesso. Purtroppo i bambini battezzati con fiducia o anche superficialità da neonati, non essendo poi educati alla fede perché le loro famiglie non sono consapevolmente praticanti, spesso credono di essere cristiani ma non hanno nessuna esperienza di ciò e quindi seguono il costume comune, incoscienti delle insidie del demonio contro la loro vita di grazia.
Giovanni Battista è molto cosciente invece di essere stato scelto da Dio, trasformato da lui e arricchito per poter compiere la sua missione. La sua vita interiore lo rende umile e non si mette in avanti, né lui né il suo gruppo. Anzi, gioisce della venuta di Gesù e anela a diminuire, a scomparire.
Non sappiamo come ha vissuto emotivamente il suo “dopo” quando Gesù ha cominciato a predicare. Fu un “diminuire” brutale: arresto, incarcerazione, minacce, e poi, quasi stupidamente con quel molto vino al banchetto di Erode, la morte in una cella sotto terra.
Probabilmente la sua carne avrà risentito di quel precipitare degli avvenimenti, ma la sua gioia piena è stata la più forte. Ha continuato a testimoniare davanti ad Erode fino alla fine. Ha anche dovuto affrontare lo smarrimento dei suoi discepoli, non potendo più andare di persona a verificare e lasciato in balia dei resoconti che gli facevano: “Gesù fa questo, Gesù fa quello, si dice che …, siamo disorientati…”. E non ha perso la fede.
Crediamo nella promessa di Vita Eterna di Dio che ci mette in comunione con lui attraverso il suo Figlio, rafforziamo la nostra vita di preghiera affinché possiamo sperimentare la gioia che porta lo Sposo.

Prima Lettura    1 Gv 5, 14-21
Se chiediamo secondo la sua volontà, Dio ci ascolta.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, questa è la fiducia che abbiamo nel Figlio di Dio: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto.
Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte. C’è infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccato. Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte.
Sappiamo che chiunque è stato generato da Dio non pecca: chi è stato generato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo sta in potere del Maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.
Figlioli, guardatevi dai falsi dèi! 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.
Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 

Canto al Vangelo 
   Mt 4,16
Alleluia, alleluia.

Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
Alleluia.

Vangelo 
  Gv 3, 22-30
L'amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.
Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».  

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