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lunedì 28 gennaio 2019

SAN TOMMASO D'AQUINO, GENIO UMILE / 28 gennaio



San Tommaso (1225 - 1274) è un pilastro della riflessione della Chiesa medievale e ancora oggi. Noi che non siamo né filosofi né teologi, cosa possiamo imparare da lui?
San Tommaso non era brillante nel senso dell’apparenza, del mettersi in mostra, ma cercava Dio e la verità. Di chi allora lo canzonava e lo chiamava “bue muto” nessuno più si ricorda.
San Tommaso era molto serio riguardo alle fonti. Non voleva ripetere quello che avevano detto altri senza prima verificare. Si era fatto tradurre parola per parola tutto il Nuovo Testamento. Oggi non ricopierebbe sui suoi gruppi social una cosa dubbia dicendo “me l’hanno mandato!” Allora come oggi si formerebbe sulla Scrittura e sulle fonti solide e non su qualcosa di allettante trovato su Internet.
Sapeva che ciò che conosciamo di Dio è ciò che, in Cristo, Unico Mediatore tra Dio e gli uomini, Dio rivela di sé e continua a rivelare ai suoi amici (1 Tim 2,5; vedi prima lettura di oggi sullo stesso tema). Quando qualcosa gli rimaneva confuso, san Tommaso andava a servire la Messa a qualche suo confratello. Lui il grande professore della Sorbona faceva il chierichetto. Sapeva che ciò che caratterizza lo Spirito della menzogna è l’orgoglio e che l’orgoglio porta a non comprendere e a non accettare la verità (vedi Vangelo). Allora si umiliava.
San Tommaso è talmente grande che si assolutizzarlo e qualcuno l’ha fatto, almeno in parte. Ma Dio stesso ha provveduto a relativizzare l’opera di san Tommaso in modo stupendo. Tre mesi prima della morte, mentre si trovava a san Domenico Maggiore a Napoli, fra Tommaso smise di scrivere. Il confessore si preoccupò. San Tommaso gli rispose che gli era apparso Gesù dicendogli: “hai scritto bene di me Tommaso, cosa vuoi come ricompensa?” – “Null’altro che te Signore” e che da allora sentiva che tutto quello che aveva scritto era come paglia nei confronti di ciò che gli era stato rivelato.

Prima Lettura   Eb 9,15.24-28
Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano.
 

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.
E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
    
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 97
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
 
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
   
Canto al Vangelo   2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
 
  
Vangelo   Mc 3,22-30
Satana è finito.
 
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».


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