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martedì 8 gennaio 2019

NUTRIRE L'UMANITA' / martedì dopo l'Epifania

Mosaico antico - chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Et-Tabgha, Israele.

Il primo cibo che ci da il Signore è il suo insegnamento. La fame più grande e più seria, è quella del senso della vita. Perché vivo? Come spendere la mia vita e poterla benedire e non solo aver rimpianti quando sarà passata perché l’ho vissuta male, non l’ho spesa per una causa grande?
Ma Gesù si interessa delle persone. E quando vede che hanno fame materialmente si preoccupa. La sua compassione è totale. In questo precede nell’amore i suoi discepoli che tante volte vorranno risolvere i problemi per la loro propria comodità (vedi Mt 15,21-28, l’episodio della donna cananea).
Ma per fare questo il Signore vuole passare attraverso di noi. Prende dalle mani dei discepoli tutte le provviste che hanno: cinque pani e due pesci per cinquemila uomini! Abbiamo poco ma dobbiamo dare tutto quello che abbiamo. Sarà poi il Signore a benedire i nostri doni, la nostra disponibilità, e a moltiplicare la sua efficacia.
Qualcuno mi ha segnalato che il Papa, oggi alla fine della Messa a santa Marta ha fatto gli auguri a Kiko Arguello per i suoi ottant’anni, ringraziandolo “per lo zelo apostolico con il quale lavora nella Chiesa”. L’opera di Kiko Arguello illustra bene questo Vangelo. Il kerigma che comunica la potenza della Risurrezione non ha pari. È la roccia e la linfa della Chiesa e della salvezza dell’umanità. Papa Francesco in EVANGELII GAUDIUM scrive al n. 165: “Non si deve pensare che nella catechesi il kerygma venga abbandonato a favore di una formazione che si presupporrebbe essere  più “solida”. Non c’è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio. Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema che si sviluppa nella catechesi. È l’annuncio che risponde all’anelito d’infinito che c’è in ogni cuore umano. La centralità del kerygma richiede alcune caratteristiche dell’annuncio che oggi sono necessarie in ogni luogo: che esprima l’amore salvifico di Dio previo all’obbligazione morale e religiosa, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, ed un’armoniosa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche. Questo esige dall’evangelizzatore alcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l’annuncio: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna.”
È Dio che opera. È tutto opera di Dio. Ma senza la totale disponibilità di Kiko Arguello e dei poveri, quasi tutti analfabeti, di Palomeras Altas, il Cammino Neocatecumenale non sarebbe nato. In questa disponibilità c'è stata la totale obbedienza alla Chiesa. Quando è stata vietata dalla Curia di Madrid la celebrazione dell’Eucaristia nella sua baracca perché indegna di un Mistero così grande, Kiko aveva tutti i motivi per contestare questa decisione: c'era il Concilio appena concluso, c'era la fedeltà alla Chiesa delle origini, la testimonianza della Scrittura, c'erano sopratutto questi poveri che finalmente si sentivano raggiunti dalla grazia e dalla Chiesa che li aveva sempre emarginati e si stavano convertendo … Ecco che la Chiesa di nuovo diceva: non siete degni! Una Chiesa senza amore!!?? Ma Kiko credeva che senza obbedienza alla Chiesa non c'è salvezza. E quindi obbedì. Decisione dura! Ma poi il Cardinale di Madrid, che aveva partecipato al Concilio, venne e disse: fate bene, ma andrete in parrocchia… E così, dopo tre anni che era nata la prima comunità in mezzo ai baraccati di Palomeras Altas, questo carisma ancora senza nome era già presente in varie città della Spagna, del Portogallo e a Roma. Era solo l’inizio. Dio aveva preso tutti i pani e cominciava a moltiplicarli.

Prima Lettura   1 Gv 4, 7-10
Dio è amore.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. 

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. 

Canto al Vangelo 
  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo   
Mc 6, 34-44
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. 

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