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martedì 22 gennaio 2019

SE I BENI NON SI CONDIVIDONO, LA SOCIETA' SI DIVIDE /Ottavario di Preghiera per l'Unità dei Cristiani



"Se i beni non si condividono, la società si divide"
Questa felice espressione di papa Francesco è abbastanza ovvia. San Paolo ha detto che l’amore per il denaro è la radice di tutti i mali. Non a caso, in ebraico la radice di “ricchezza” è la stessa che per la parola “fede”. Questa radice ha il significato di sicurezza. La ricchezza mi permette di appoggiare la mia vita, mi da sicurezza. La fede ugualmente. Ma le due cose non provengono dallo stesso spirito. Ricercare la sicurezza nei soldi esclude Dio, mentre la fiducia in Dio libera sempre di più dall’attaccamento ai soldi e apre alla fraternità.

Le letture proprie dell’Ottavario per l’Unità dei cristiani ieri e oggi affrontano questo tema in due modi:
-L’attaccamento ai soldi rompe la fraternità e quindi l’unità perché il bisognoso minaccia i miei averi.
-Il prestigio che dona la ricchezza mi porta a considerare più importante il danaroso, mentre la Chiesa esiste per evangelizzare, in particolare i poveri.


Si osserva nella Storia dei Carismi, sia dei religiosi che di altri, che il carisma iniziale, col passare del tempo e con l’estendersi dell’azione, il moltiplicarsi dei membri, tende ad affievolirsi e da carismatico diventare troppo istituzionale. Ho conosciuto una scuola tenuta da religiose, non lontano da Materdei, inizialmente dedita all’istruzione dei bambini poveri. Osservavo un decadimento dal carisma iniziale donato dal Signore per l’apostolato perché qualche suora che voleva rispondere ad appelli di evangelizzazione di giovani veramente poveri se lo vedeva impedito. Chiusa la scuola nessuno usciva. Bisognava fare fraternità e la fraternità si riduceva a stare davanti alla televisione, guardando programmi banali. Conoscendo il caso da vicino non vedevo mancanza di disponibilità all’obbedienza di queste suore.
Bisogna lottare continuamente per conservare la freschezza del primo amore, la disponibilità ad essere come Dio ci vuole e in particolare a vivere del e attraverso il carisma ricevuto.

L’amore preferenziale per i poveri non significa che i poveri non debbano crescere e trarre la loro dignità attraverso il lavoro, l’educazione alla gestione delle risorse e alla condivisione. La scoperta enorme da fare è che la Buona Notizia è la forza che – facendo arrivare al cuore che sei figlio di Dio e amato per nome da Lui, con la promessa della vita eterna, cioè di vittoria sulla morte – aiuta maggiormente a cambiare la propria vita.

Ecco il Vangelo di oggi secondo la settimana di Preghiera.
Dal Vangelo secondo Luca (4,14-21) :
14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».

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