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giovedì 24 gennaio 2019

OBIETTARE ALL'ABORTO MANIFESTA LA VOLONTA' DI CONTROLLARE IL CORPO DELLE DONNE? / 13° Marcia per la Vita a Parigi.

Partecipanti alla 13° Marcia per la Vita. Sul manifesto al centro: "IVG: dire la verità è dissuadere".

“La vita è un rischio che non offre garanzie, ma l’aborto sopprime ogni opportunità”.

È uno degli slogan che hanno accompagnato i cinquantamila della 13° Marcia per la Vita che si è svolta a Parigi domenica scorsa, in coincidenza con la Marcia per la Vita negli USA.
C'erano come sempre le sagome che richiamavano l’evidenza che il mondo vuole dimenticare: dal concepimento alla vita adulta e fino alla fine naturale dell’esistenza, ogni essere umano è “one of us”, uno di noi, con pari dignità, anche se con gradi di sviluppo diversi. E molti altri slogan in difesa della vita dei più deboli.
L’accento quest’anno era contro la banalizzazione dell’aborto e per il diritto all’obiezione di coscienza di medici e paramedici.
Nel grande dibattito nazionale lanciato dal governo francese dopo le proteste dei Gilets Jaunes, questi argomenti non sono stati proposti alla discussione. Eppure sta in corso al Parlamento una revisione della legge sulla Bioetica. Ma c'è in Francia, come altrove in Occidente, una Marcia della morte: nel
2016 è stato soppresso il diritto all’obiezione di coscienza dei farmacisti, delle quota di IVG (aborti) sono state introdotte come criterio di qualità delle strutture ospedaliere, nel 2017 è stata approvata una legge “contro il delitto di intralcio all’IVG”. In parole povere chi propone alle donne vie alternative all’aborto può essere punito! Nel mese di settembre 2018 è stato deposto un progetto di legge al Senato per sopprimere il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e paramedici, perché chi rifiuta di praticare l’aborto “manifesterebbe la volontà di controllare il corpo delle donne!” Questa è stata la risposta data ai medici, in particolare al presidente del Sindacato francese dei Ginecologi e Ostetrici che afferma che la sua coscienza di medico gli impone di curare i pazienti non di ucciderli.
Questo accanimento politico contro la clausola di coscienza rivela il profondo malessere che abita la società: malgrado tutti i tentativi di banalizzare questo gesto l’aborto pone a tutti un vero caso di coscienza.
È vero che una gravidanza non desiderata può porre problemi seri, creare ansia e inquietudine. Ma proprio la coscienza è la capacità di evitare il cammino della cecità o dell’indifferenza. La coscienza ci ricorda che sopprimere una vita non è mai la soluzione anche se accoglierla risulta difficile.
Non vogliamo un mondo soggiogato dalla “fatalità” dell’aborto. Vogliamo una società in cui una gravidanza è sostenuta, in cui le maternità difficili sono accompagnate, in cui i medici sono presenti per curare e non per uccidere. Vogliamo una comunità politica  in cui le professioni son rispettate e in cui il gesto medico non si rivolge contro il bambino che deve ancora nascere.

N.B.: davanti alla resa di molti credenti: “io sono contrario all’aborto non lo farei mai, ma non posso intromettermi nelle decisioni personali degli altri!” qualcuno fa notare: “sei pronto a dire lo stesso per il furto? – io sono contrario al furto, non lo farei mai, ma dobbiamo lasciare ognuno decidere liberamente. Se uno vuole rubare (rubarmi) nessuno lo deve impedire”. Chiaramente nessuno dice questo. È quindi segno che questa società da più valore alla roba che alla vita umana.

 N.B.2: un'amica scrive: "sono contraria ad ogni genere di soppressione di una vita umana e quando ho detto il mio pensiero mi hanno risposto che ognuno deve decidere x sé. Perché ognuno decide secondo la propria coscienza".
Questa semplice testimonianza di una donna che vive in ambiente cristiano, dice quanto l 'aborto sia stato assorbito dalla mentalità comune. Per la maggioranza è diventato una cosa normale, non un crimine e un peccato gravissimo contro l'Alleanza con Dio. 
Il paragone tra l'aborto e il furto può aiutare qualcuno ad aprire gli occhi. Se un valore ti sembra un pilastro della società lotti per esso. Se vuoi che il furto sia universalmente vietato e combattuto dallo Stato (se tutti possono rubare impunemente dove andiamo a finire?), e non pensi che sia necessario vietare in modo universale l'uccisione della vita innocente, è segno che per te la vita umana ha meno valore della roba. Come può una società reggere a lungo se la vita umana non ha valore? Sono le tenebre della Cultura della morte che si estendono su tutti.

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