Partecipanti alla 13° Marcia per la Vita. Sul manifesto al centro: "IVG: dire la verità è dissuadere". |
“La vita è un rischio che non offre
garanzie, ma l’aborto sopprime ogni opportunità”.
È uno degli slogan che hanno
accompagnato i cinquantamila della 13° Marcia per la Vita che si è svolta a Parigi domenica
scorsa, in coincidenza con la Marcia per la Vita negli USA.
C'erano come sempre le sagome che
richiamavano l’evidenza che il mondo vuole dimenticare: dal concepimento alla
vita adulta e fino alla fine naturale dell’esistenza, ogni essere umano è “one
of us”, uno di noi, con pari dignità, anche se con gradi di sviluppo diversi. E
molti altri slogan in difesa della vita dei più deboli.
L’accento quest’anno era contro la
banalizzazione dell’aborto e per il diritto all’obiezione di coscienza di medici
e paramedici.
Nel grande dibattito nazionale lanciato
dal governo francese dopo le proteste dei Gilets Jaunes, questi argomenti non
sono stati proposti alla discussione. Eppure sta in corso al Parlamento una
revisione della legge sulla Bioetica. Ma c'è in Francia, come altrove in
Occidente, una Marcia della morte: nel
2016 è stato soppresso il diritto
all’obiezione di coscienza dei farmacisti, delle quota di IVG (aborti) sono
state introdotte come criterio di qualità delle strutture ospedaliere, nel 2017
è stata approvata una legge “contro il delitto di intralcio all’IVG”. In parole
povere chi propone alle donne vie alternative all’aborto può essere punito! Nel
mese di settembre 2018 è stato deposto un progetto di legge al Senato per
sopprimere il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e paramedici,
perché chi rifiuta di praticare l’aborto “manifesterebbe la volontà di
controllare il corpo delle donne!” Questa è stata la risposta data ai medici,
in particolare al presidente del Sindacato francese dei Ginecologi e Ostetrici
che afferma che la sua coscienza di medico gli impone di curare i pazienti non
di ucciderli.
Questo accanimento politico contro la
clausola di coscienza rivela il profondo malessere che abita la società:
malgrado tutti i tentativi di banalizzare questo gesto l’aborto pone a tutti un
vero caso di coscienza.
È vero che una gravidanza non desiderata
può porre problemi seri, creare ansia e inquietudine. Ma proprio la coscienza è
la capacità di evitare il cammino della cecità o dell’indifferenza. La coscienza
ci ricorda che sopprimere una vita non è mai la soluzione anche se accoglierla risulta
difficile.
Non vogliamo un mondo soggiogato dalla “fatalità”
dell’aborto. Vogliamo una società in cui una gravidanza è sostenuta, in cui le
maternità difficili sono accompagnate, in cui i medici sono presenti per curare
e non per uccidere. Vogliamo una comunità politica in cui le professioni son rispettate e in cui
il gesto medico non si rivolge contro il bambino che deve ancora nascere.
N.B.: davanti alla resa di molti credenti:
“io sono contrario all’aborto non lo farei mai, ma non posso intromettermi nelle
decisioni personali degli altri!” qualcuno fa notare: “sei pronto a dire lo
stesso per il furto? – io sono contrario al furto, non lo farei mai, ma dobbiamo
lasciare ognuno decidere liberamente. Se uno vuole rubare (rubarmi) nessuno lo
deve impedire”. Chiaramente nessuno dice questo. È quindi segno che questa società
da più valore alla roba che alla vita umana.
N.B.2: un'amica scrive: "sono contraria ad ogni genere di soppressione di una vita umana e quando ho detto il mio pensiero mi hanno risposto che ognuno deve decidere x sé. Perché ognuno decide secondo la propria coscienza".
Questa semplice testimonianza di una donna che vive in ambiente cristiano, dice quanto l 'aborto sia stato assorbito dalla mentalità comune. Per la maggioranza è diventato una cosa normale, non un crimine e un peccato gravissimo contro l'Alleanza con Dio.
Il paragone tra l'aborto e il furto può aiutare qualcuno ad aprire gli occhi. Se un valore ti sembra un pilastro della società lotti per esso. Se vuoi che il furto sia universalmente vietato e combattuto dallo Stato (se tutti possono rubare impunemente dove andiamo a finire?), e non pensi che sia necessario vietare in modo universale l'uccisione della vita innocente, è segno che per te la vita umana ha meno valore della roba. Come può una società reggere a lungo se la vita umana non ha valore? Sono le tenebre della Cultura della morte che si estendono su tutti.
N.B.2: un'amica scrive: "sono contraria ad ogni genere di soppressione di una vita umana e quando ho detto il mio pensiero mi hanno risposto che ognuno deve decidere x sé. Perché ognuno decide secondo la propria coscienza".
Questa semplice testimonianza di una donna che vive in ambiente cristiano, dice quanto l 'aborto sia stato assorbito dalla mentalità comune. Per la maggioranza è diventato una cosa normale, non un crimine e un peccato gravissimo contro l'Alleanza con Dio.
Il paragone tra l'aborto e il furto può aiutare qualcuno ad aprire gli occhi. Se un valore ti sembra un pilastro della società lotti per esso. Se vuoi che il furto sia universalmente vietato e combattuto dallo Stato (se tutti possono rubare impunemente dove andiamo a finire?), e non pensi che sia necessario vietare in modo universale l'uccisione della vita innocente, è segno che per te la vita umana ha meno valore della roba. Come può una società reggere a lungo se la vita umana non ha valore? Sono le tenebre della Cultura della morte che si estendono su tutti.
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