“Perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece
si umilia sarà esaltato”.
Tutti i santi si sono umiliati/abbassati o hanno accettato di essere abbassati. “Chi si abbassa (tapeinôn heauton) sarà innalzato, chi si innalza sarà abbassato (tapeinôthêsetai)”. È la stessa parola usata per dire che Gesù “apparso in forma umana, umiliò se stesso (etapeinôsen heauton) facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. (Filippesi 2,8). Gesù prese l'ultimo posto. La Vergine Maria che canta: “Il Signore ha guardato l’umiltà (tapeinosis, bassezza) della sua serva” (Luca 1,48; vedi versetto 52). Il pensare alla Madonna dovrebbe renderci più dolce e attraente il vivere l’abbassamento volontario o solo accettato.
Il frutto è grande. L’umiliazione per dieci anni di Padre Jorge Bergoglio
ha prodotto un vescovo ausiliare di Buenos Aires, poi Cardinale e infine vescovo
di Roma.
Ho raccontato alle messe di questa domenica di don Lucio Rapisardi un
prete importante della diocesi di Catania che da monsignore passava le vacanze vivendo in incognito l’esperienza di chi è all’ultimo posto. Questo
lo arricchiva molto.
Un altro modo benedetto per prendere l’ultimo posto è chiedere perdono per
le proprie mancanze a chi ho offeso e al Signore nel Sacramento della
riconciliazione. Il non chiedere mai perdono ha una radice diabolica.
Prima
Lettura Sir 35, 15-17.20-22
La preghiera del povero attraversa le nubi.
Dal libro del Siràcide
Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in
ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Il volto del Signore
contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a
chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
Seconda Lettura 2
Tm 4,6-8.16-18
Mi resta solo la corona di giustizia.
Dalla
seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, io sto già per essere versato
in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la
buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta
soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà
in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con
amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno
abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è
stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento
l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato
dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo
regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Canto al Vangelo 2 Cor 5,19
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.
Vangelo Lc 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano
l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché
non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come
questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto
quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi
al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato,
perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Nessun commento:
Posta un commento