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sabato 8 ottobre 2022

COSA TI RENDE VERAMENTE FELICE? / sabato XXVII sett. T.O., pari.

 

Beato il grembo che ti ha portato ...


“la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo”.

Che significa questo? Prima della Legge l’uomo rovinato dal Peccato originale poteva solo difendersi da ciò che metteva in pericolo la sua vita, la sua libertà, il suo desiderio di realizzazione e quindi non poteva che essere egoista. Poteva amare solo fino ad un certo punto, ma non poteva morire per l’altro, specialmente non poteva amare il nemico. Ma, mi dirai, è normale, nemmeno adesso si può. Puoi scegliere di essere così egoista e stupido che ti ritrovi da solo, oppure crearti degli amici, essere più forti insieme con l’unità della famiglia, del gruppo, della nazione. Ma deve essere un “do ut des”, ti do affinché tu mi doni. Questo è giusto, il resto non funziona! Ecco, però c'è un problema: l’egoismo ha tendenza a crescere. La ricerca di soddisfare sempre te stesso, ti porta ad essere solo, perfino odiato, e a combattere tutti quelli che vogliono frenare la tua voglia di espandere il tuo ego, il tuo potere, ti porta ad essere violento contro gli altri, a eliminare (dalla tua vita o fisicamente) chi non ti serve, non ti gratifica, a fare alleanza solo con chi ha interessi comuni e ti permette di essere forte contro gli altri. La deriva dell’egoismo porta all’oppressione e allo sfruttamento del più debole. “Vae victis”, guai ai vinti, “Mors tua vita mea”, la tua morte è la mia vita, la lotta per la vita fa che devono essere eliminati i più deboli. Posso resistere a questa deriva ma non posso uscire dalla logica dell’ “amore ma solo fino a un certo punto”, dell’ “io per primo”, del “e a me che mi viene?”... Per risolvere le tensioni devo fare la guerra all’altro gruppo, alla minoranza, al diverso, oppure, all’interno del mio gruppo devo trovare ogni tanto un capro espiatorio al quale addossare la colpa di tutto ciò che va male. Per alcuni questo è l’unica verità. I miti della razza superiore, di coloro che nascono per essere dominatori e altri per essere loro schiavi, risuonano forte nella psiche dell’uomo e vengono persino teorizzati. L’immagine di Dio che sono, benché deturpata, indebolita ancora mi spinge a donarmi, ma non sono capace di farlo oltre il limite della convenienza. Sono in una situazione di peccato, di morte, anche se non lo voglio. Sono prigioniero.

Ecco però che l’immagine di Dio in me (la coscienza) e l’osservazione della realtà, con la luce di Dio, mi fanno stabilire dei limiti, dei precetti che permettono la convivenza pacifica nel gruppo, tra gruppi. È il dono della Legge. Purtroppo il modo tradizionale di insegnare i Dieci comandamenti produce un grave danno. La Legge è un dono del Dio che ci ha liberato dalla schiavitù degli idoli e non l’imposizione di Dio che mette le briglie alla mia libertà (1° comandamento), un’impostazione del tempo che lascia spazio allo spirito dell’uomo per crescere nella sua relazione con Dio, con sé stesso e con il prossimo e non solo l’adempimento di un precetto, (“si deve andare a messa per una forma di rispetto per Dio” mi ha detto una persona!!!) (3° comandamento), un dono di Dio che promette prosperità a chi segue il precetto (4° comandamento), una difesa del matrimonio e delle famiglie e non solo una spinta alla perfezione individuale (6° comandamento)…

Ma la Legge, pur essendo santa e costituendo la base per ogni sviluppo ulteriore, non cambia l’interno dell’uomo. Fa di “quel servo malvagio”, un “servo fidato e prudente” (Matteo, 24,45) ma sempre malvagio che pensa segretamente che se fosse possibile peccare, sarebbe molto meglio. La dialettica tra la Legge che mi rinchiude preservandomi dalla deriva dell’egoismo e della violenza, e le mie pulsioni interiori, mi permette di prendere coscienza di aver bisogno di essere salvato, rinnovato profondamente.

Ed ecco il dono della fede grazie a Gesù Cristo che rende possibili orizzonti impensabili prima, abbattendo il muro di divisione, cioè l’inimicizia tra ebrei e pagani, schiavo e libero, uomo e donna: tutti figli di Dio e quindi fratelli, Uno in Cristo Gesù, superando i legami della carne, del gruppo, della cultura, del colore della pelle, del partito (e della stessa appartenenza religiosa senza perdere la propria identità cristiana!).

Allora davvero «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

 

Prima Lettura  Gal 3, 22-29
Tutti voi siete figli di Dio mediante la fede.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo.
Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo.
Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
 
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 104
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi. 

Canto al Vangelo 
  Lc 11,27-28
Alleluia, alleluia.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
Alleluia.

Vangelo  
 Lc 11, 27-28
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». 

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