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sabato 29 ottobre 2022

PER ME IL VIVERE E' CRISTO, E IL MORIRE UN GUADAGNO / sabato XXX sett. T.O., pari.

 


San Paolo l’altro ieri (la nostra lettura continua è stata sospesa dalla festa dei SS. Simone e Giuda) chiedeva preghiere per poter annunciare con franchezza e verità la Buona Notizia. Oggi parla dell’annuncio della Buona Notizia. Ancora la lettera agli Efesini? No, stiamo iniziando a leggere la lettera ai Filippesi. Quindi è così importante far conoscere questa Buona Notizia!? Evidentemente sì. – Ma oggi, è vero non tutti sono praticanti, ma tutti credono in Gesù Cristo! – È così? Vai a chiedere attorno a te se credono che Dio esiste, se Gesù è risorto, se è Dio, se lo hanno incontrato, qual è ciò che ha fatto di più importante? Riceverai molte risposte negative o esitanti. Ma anche dopo le risposte giuste: Gesù è Dio, è morto e risorto, ci ha salvati dai nostri peccati, ecc., se continui a chiedere: Come lo sai?, cosa significa per te? In che senso sei stato salvato dal peccato originale, quando è successo per te, cosa è cambiato in te? avrai poche risposte chiare e convinte, vedrai che si parla più per sentito dire che per esperienza personale.

Paolo che dice: “guai a me se non predicassi il Vangelo” (1 Cor 9,16), non fa proselitismo, non vuole che molte persone aderiscano al suo gruppo, vuole invece che tutti gli uomini, tutti, nessuno escluso, conoscano la Buona Notizia di Gesù e l’Amore di Dio rivelato in lui. Che possano aprirsi alla libertà, o per lo meno scegliere. Questo spiega perché si rallegra se altri annunciano Gesù anche con intenzioni non pure. Il guaio è quando lupi rapaci penetrano nelle comunità per annunciare un altro Vangelo, distorcerlo (Atti 20,29; vedi Matteo 7,15; 2 Tim 4,3; ecc.). Il Pastore deve vigilare.

Lo zelo di Paolo trabocca dalla sua conoscenza sempre più profonda del Mistero di Cristo che è venuto a cercarlo sulla Via di Damasco: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! » (At 9,5). Negli Atti degli Apostoli, Paolo racconterà più volte questa sua esperienza fondamentale (vedi At 22,7-8; 26,14-15).

Mentre per Paolo il vivere è Cristo, per i farisei che invitano Gesù a pranzo, pur essendo lui l’attrazione, la persona da osservare e valutare, conta molto scegliere i primi posti a tavola. Non se lo dimenticano un solo istante! Sono proprio fuori dal Mistero di Cristo! Ma chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (vedi anche Luca 18,14).

 

Prima Lettura  Fil 1, 18b-26
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi.

   
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 41
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?

Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.  

Canto al Vangelo 
  Mt 11,29
Alleluia, alleluia.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.

Vangelo  
 Lc 14, 1.7-11
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». 

 

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