Pochi righi ma un significato esplosivo: san Paolo introduce quello che sarà un brano chiave dell’annuncio cristiano, ossia la kenosi di Cristo, il suo svuotamento, la sua umiliazione volontaria fino all’estremo. Ma già quello che dice oggi costringe tutti ad interrogarsi. Paolo parte dall’esperienza già vissuta nella pace e dolcezza di essere stati abbracciati da Cristo, di aver incontrato l’amore di Dio. Questo inizio di esperienza deve completarsi in una profonda unità. Per quale via si può giungere a tanto? “Non fate nulla per rivalità o vanagloria,” Nulla! – Signore, su questo punto non mi sembra che …, insomma mi credo quasi a posto… - Guardati bene dentro, figlio, ma va bene, andiamo avanti … “ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.” Signore, cerco di non avere un atteggiamento di superiorità, non sono come questi che su Fb dividono l’Umanità in classi tra qui “ci sono quelli che non meritano nemmeno che tu cerchi di spiegare loro …”, ecc., ma sinceramente come faccio a considerare quella suora della mia comunità meglio di me, o quel vicino, vicina, quel fratello o sorella del gruppo parrocchiale…?, è esagerato! – Guarda come lo Spirito Santo è equilibrato e non esagerato. Non ha detto che gli altri sono superiori a te. Quello che valgono e quello che vali tu, tu non lo sai nemmeno. Ma per scoprire le qualità degli altri e creare unità devi metterti nell’atteggiamento di chi considera gli altri come superiori, farti servo loro, schiavo, come io che sono il Maestro ho lavato i piedi ai Dodici.
Gesù nel Vangelo invece è francamente scostumato, un cattivo invitato. Rimprovera tutti i presenti pubblicamente con una parabola così trasparente che tutti comprendono che ce l’ha con loro e poi dice al padrone di casa: perché hai invitato questi, mandali a casa, e invita “poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato”. Chi si aspettava un Gesù zuccherato che gli darà sempre ragione è servito. Di fatti siamo obbligati sempre a mediare. Ma appena io metto da parte la Parola di Dio comincio a creare una religione diversa da quello che voleva Gesù e per la quale egli non ha esitato a consegnarsi nelle mani dei peccatori sulla croce. Costruisco una religione che non salva nessuno.
Prima
Lettura Fil 2, 1-4
Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 130
Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore,
non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io
invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele
attenda il Signore,
da ora e per sempre.
Canto al Vangelo Gv 8,31
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola,
siete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità.
Alleluia.
Vangelo Lc 14, 12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi e ciechi.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi
fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti
invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua
ricompensa alla risurrezione dei giusti».
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