Giovanni Paolo II! Quanta gratitudine per quel vescovo di Roma “venuto da lontano”. Dal suo tesoro
di testimonianza e di insegnamento, le letture mi
aiutano a distaccare alcuni punti:
“Ma
cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli,
per essere pienezza di tutte le cose”. Appena eletto, la prima
Enciclica del nuovo Papa fu “Redemptor Hominis". Presentava Cristo come il
centro della Storia e del Cosmo e l’uomo come unica via della Chiesa. Insisteva sull’incarnazione e sui diritti della persona umana. La sua intensa devozione
mariana era tutta al servizio di Cristo. Lui stesso racconta come all’inizio,
come tanti di noi, vedeva nella devozione mariana una via parallela e quasi
concorrente a Cristo e questo gli procurava scrupoli. Uno
solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo
Cristo Gesù” (1Tm 2,5), e nessuno può porre un altro
fondamento. La lettura di san Luigi di Montfort gli permise di comprendere il vero
posto di Maria accanto a Gesù, unita a lui.
“Ed egli ha dato ad alcuni di essere
apostoli, ad altri …” Senza il Concilio Vaticano II e la guida coraggiosa dei Papi che
seguirono, l’emergere di molti nuovi carismi, in particolare laicali, non sarebbe
stato possibile. Chiamandosi Giovanni Paolo come suo predecessore, con i nomi dei
due Papi del Concilio Vaticano II, incarnò fortemente la volontà di applicare
il Concilio e far conoscere i suoi Documenti. Quanto bene mi ha fatto, in
convento, la lettura a tavola dei discorsi del Papa che citava continuamente i Documenti
del Concilio!
“Così non saremo più fanciulli in balìa
delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina,” Subito
Giovanni Paolo II annunciò che una stagione di libere sperimentazioni permesse
da Paolo VI per prendere contatto con la novità del Concilio si concludeva e che
bisognava focalizzare i punti fermi della Dottrina perenne aggiornata nel linguaggio
e nei suoi sviluppi. Fece un’opera di insegnamento enorme tanto che circolava la
battuta che con lui “il Verbo si era fatto carta”. Ho attinto tanto a questo
“Verbo fatto carta” per la mia formazione, e specialmente all’inizio avevo bisogno
del senso di sicurezza ritrovata che diffondeva.
Nessuno
è solo. Giovanni Paolo II era figlio di un popolo, quello polacco, e della sua Chiesa
particolare. Emerse da una storia di fede straordinaria che lo ha preceduto e
formato. Poi ha guidato con umiltà e fermezza la Chiesa, ottenendo grandi successi
e anche insuccessi. Ci vuole un grande coraggio, ancorato in Cristo, per servire
una realtà così grande come la Chiesa fatta anche di resistenze forti allo Spirito
Santo. Ma la Parola di Dio rimane. Non possiamo non annunciare la verità.
Malgrado il bilancio straordinariamente positivo del suo servizio alla Chiesa e al Vangelo, egli fece anche errori. Il Papa, i santi, sono uomini in cammino. Solo uno è Gesù Cristo, Dio stesso incarnato. C'è chi assolutizza un Papa e vorrebbe fermare tutto al suo idolo. In pratica però questo significa fermarsi alla comprensione personale che si ha avuto del suo insegnamento e delle sue decisioni. Chi idolatra il Papa idolatra sé stesso, si erige a criterio della verità. C'è chi, al contrario, visto che anche il Papa è un uomo, “si affida solo a Dio”. È un altro inganno. Il risultato è sempre di erigersi personalmente a criterio della verità.
Prima
Lettura Ef 4, 7-16
Cristo è il capo: da lui tutto il corpo cresce.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, a ciascuno di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto:
«Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini».
Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 121
Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale
gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme
è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.
Secondo
la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Canto al Vangelo Ez 33,11
Alleluia, alleluia.
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva.
Alleluia.
Vangelo Lc 13, 1-9
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei
Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro
sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei
fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle
diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che
fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma
se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella
sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al
vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma
non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello
gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato
attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se
no, lo taglierai”».
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