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giovedì 4 aprile 2019

VIVERE DELLA MISERICORDIA DI DIO MA NON ADAGIARSI / giovedì IV Quaresima



Nella prima lettura contempliamo una scena che fa veramente riflettere: il popolo, pur avendo visto i prodigi con i quali il Signore l’ha sottratto al potere del faraone, si perverte subito, ritorna all’idolatria. Si direbbe oggi: “E questi sarebbero quelli che vanno in Chiesa?” “E quelli sarebbero quelli delle comunità?” “E quello sarebbe un prete, un consacrato?”
Mosè si interpone per il popolo peccatore e ottiene misericordia da Dio ricordandogli non tanto la sua bontà quanto il suo onore: - “Se non riesci a portare avanti il tuo progetto, che figura fai davanti agli altri popoli? sei un Dio fallito, inaffidabile, non così potente come sembravi.”
Il popolo d’Israele vivrà della fedeltà di Dio, e insieme deve manifestare la sua santità nel mondo. È tra questi due poli che si gioca tutta la Storia della Salvezza. Il peccato di Israele (e della Chiesa) manifesta la fedeltà di Dio, l’origine divina, soprannaturale di questo popolo in quanto sopravvive e risorge malgrado il suo peccato, ma c'è anche bisogno della santità del popolo, o almeno di alcuni suoi membri, perché si veda riflessa la santità di Dio, la sua capacità di trasformare davvero la condizione dell’uomo.
Il popolo rimarrà quarant’anni nel deserto per “essere umiliato e sapere ciò che aveva nel proprio cuore” (vedi Deuteronomio 8,2) e imparare che l’uomo non vive di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. È un cammino che deve fare ogni uomo. Quasi sempre è un cammino lungo, come quello del popolo nel deserto. Può essere abbreviato solo dalla fede viva. Nel Vangelo si vede come quei Giudei non hanno camminato, pur avendone avuto tutte le occasioni e mezzi. Perché non dimora in loro l’amore di Dio. Forse la loro chiusura di cuore è iniziata da un adagiarsi sulla fedeltà di Dio. Ma Dio che ha una pazienza inesauribile e accetta tutte le debolezze, cadute e riprese, non accetta l’adagiarsi. La generazione presente nel deserto non entrerà nella terra promessa, il popolo che abuserà della sua elezione sarà cacciato dalla Terra promessa e andrà in esilio, il Regno di Dio sarà tolto a chi non l’ha saputo far fruttificare e Dio susciterà figli di Abramo dalle pietre. Il nostro tempo è un tempo in cui c'è una volontà di mettere Dio fuori da tutto. Quanta parte ha il mio peccato nell’incredulità della mia generazione? Mi devo appoggiare ogni giorno sinceramente e senza presunzione sulla misericordia del mio Dio per risorgere ogni giorno.


Prima Lettura   Es 32, 7-14
Desisti dall'ardore della tua ira.

Dal libro dell'Esodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 105
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

Canto al Vangelo    Gv 3,16
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

  

Vangelo   Gv 5, 31-47
Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
 

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