Cattedrale Santa Sofia di Kiev. Si temeva che fosse bombardata dai russi. |
Si
parla molto dell'invasione russa contro l’Ucraina, ma spesso senza criterio
se non quello del tifo. È sorprendente che dall’ultima intervista di papa
Francesco in cui ha parlato sia del “continuo abbaiare della Nato alla porta
della Russia” che di “Kirill chierichetto di Putin”, la maggior parte di coloro
che hanno ripreso le sue parole abbiano riportato soltanto le parole contro la Nato
oppure soltanto le parole contro Kirill. Inoltre tanti giudizi sono espressi senza
nessuna conoscenza seria della situazione. La verità è che, finora, sapevamo
molto poco di Russia e ancor meno di Ucraina. Credo che oltre a scoprire la
ricchezza di queste nazioni sul piano spirituale, culturale e umano, sia
importante comprendere meglio le condizioni in cui questi due popoli vivono il conflitto. Oltre alle fonti interne ucraine come l’Arcivescovo
Maggiore Shevchuk e altre che ritengo affidabili (non oso troppo parlare del
mio nipote che sta lì e fa un’opera notevole di collegamento e di aiuto
umanitari, considerando, da imprenditore francese, l’Ucraina come la sua casa e
gli ucraini come la sua gente. Le sue informazioni vengono dal vissuto di chi
parla ucraino e russo oltre che polacco, e ha clienti in tutta l’Ucraina e
anche in Russia), ho trovato gli articoli di Padre Stefano Caprio, sacerdote diocesano, ordinato a Roma
nel 1985, missionario in Russia dal 1989 al 2002 come cappellano
dell’Ambasciata Italiana a Mosca, docente di storia e cultura russa al Pontificio Istituto
Orientale di Roma dal 2007. Ecco il primo articolo di cui raccomando vivamente
la lettura:
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