Dalle letture riceviamo lezioni importantissime.
Quella semplice e preziosa del proconsole Gallione che evita la
trappola della provocazione, come Gesù lo fa tante volte anche lui.
Ma soprattutto c'è il senso positivo del dolore e della
sofferenza e l’invito a superarli. Di fronte alle difficoltà incontrate, il Signore
rincuora Paolo promettendo di essergli vicino e che le sue fatiche porteranno molto
frutto. Gesù propone l’immagine del parto e della gioia della nascita per parlare
della sua morte in croce! Infatti, con Gesù, Signore della mia vita, non c'è nessun
mio dolore che non possa diventare positivo. Più grande è il dolore più grande deve
essere la mia fede per superarlo, ma essere cristiano significa rinascere in Cristo,
e quindi mi dà la certezza che ogni sofferenza può essere superata e va vista come
feconda.
La verità è che vedo non solo molto rinascite
incompiute come nel mio stesso caso, ma anche tante sofferenze che sembrano
totalmente sterili, non portatrici di vita. Rimpianti, rabbia, paure, per occasioni
perdute, per peccati commessi, per torti subiti, per perdite affettive
importanti… sembrano bloccare molte persone. Sappiamo quanto ferite ricevute da
bambini possono condizionare a lungo la vita. Lo stiamo imparando con dolore e
vergogna in particolare dall’emergere della mostruosa pedofilia. Ma ogni confessore
o confidente sa che molti altri avvenimenti possono segnare una vita. Un cristiano
però non può limitarsi al passato. Verso se stesso e verso gli altri deve essere
un annunciatore di speranza perché Cristo è risorto dai morti, “le cose vecchie sono passate, ecco ne sono
nate di nuove” (2 Cor 5,17). Purtroppo persone che dovrebbero essere annunciatori
del Vangelo di Salvezza sembrano compiacersi nel diffondere massime di sapienze
non cristiane, o riflessioni psicologiche o filosofiche chiuse nell’orizzonte
terreno, nel culto di sé stessi…
Quanto incide il coraggio della fede, di “scegliere
di abitare nella fiducia” nel cammino visibile di ognuno? Difficile dirlo. Ma credere,
uscire da sé stessi per appoggiarsi sulla promessa di Cristo è l’unica via. Un’altra
cosa è certa: il parlare poco della compagnia reale di Cristo nella nostra vita
(“Ecco io sono con voi tutti i giorni… ) e della nostra Patria celeste alla quale
siamo tutti diretti (Filippesi 3,20) incide negativamente sull’equilibrio umano
e spirituale delle persone e della nostra società.
Prima
Lettura At 18, 9-18
In questa città io ho un popolo numeroso.
Dagli Atti degli Apostoli
[Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
Mentre Gallione era proconsole dell’Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagòga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Dio è re di tutta la terra.
Popoli
tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Egli
ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.
Ascende
Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Canto al Vangelo Lc 24,46.26
Alleluia, alleluia.
Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.
Vangelo Gv 16, 20-23a
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si
rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in
gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma,
quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per
la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore;
ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi
la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Nessun commento:
Posta un commento