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venerdì 27 maggio 2022

DOLORI STERILI E DOLORI FECONDI / venerdì VI sett. di Pasqua.

 


Dalle letture riceviamo lezioni importantissime.

Quella semplice e preziosa del proconsole Gallione che evita la trappola della provocazione, come Gesù lo fa tante volte anche lui.

Ma soprattutto c'è il senso positivo del dolore e della sofferenza e l’invito a superarli. Di fronte alle difficoltà incontrate, il Signore rincuora Paolo promettendo di essergli vicino e che le sue fatiche porteranno molto frutto. Gesù propone l’immagine del parto e della gioia della nascita per parlare della sua morte in croce! Infatti, con Gesù, Signore della mia vita, non c'è nessun mio dolore che non possa diventare positivo. Più grande è il dolore più grande deve essere la mia fede per superarlo, ma essere cristiano significa rinascere in Cristo, e quindi mi dà la certezza che ogni sofferenza può essere superata e va vista come feconda.

La verità è che vedo non solo molto rinascite incompiute come nel mio stesso caso, ma anche tante sofferenze che sembrano totalmente sterili, non portatrici di vita. Rimpianti, rabbia, paure, per occasioni perdute, per peccati commessi, per torti subiti, per perdite affettive importanti… sembrano bloccare molte persone. Sappiamo quanto ferite ricevute da bambini possono condizionare a lungo la vita. Lo stiamo imparando con dolore e vergogna in particolare dall’emergere della mostruosa pedofilia. Ma ogni confessore o confidente sa che molti altri avvenimenti possono segnare una vita. Un cristiano però non può limitarsi al passato. Verso se stesso e verso gli altri deve essere un annunciatore di speranza perché Cristo è risorto dai morti, “le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17). Purtroppo persone che dovrebbero essere annunciatori del Vangelo di Salvezza sembrano compiacersi nel diffondere massime di sapienze non cristiane, o riflessioni psicologiche o filosofiche chiuse nell’orizzonte terreno, nel culto di sé stessi…

Quanto incide il coraggio della fede, di “scegliere di abitare nella fiducia” nel cammino visibile di ognuno? Difficile dirlo. Ma credere, uscire da sé stessi per appoggiarsi sulla promessa di Cristo è l’unica via. Un’altra cosa è certa: il parlare poco della compagnia reale di Cristo nella nostra vita (“Ecco io sono con voi tutti i giorni… ) e della nostra Patria celeste alla quale siamo tutti diretti (Filippesi 3,20) incide negativamente sull’equilibrio umano e spirituale delle persone e della nostra società.

 

Prima Lettura   At 18, 9-18
In questa città io ho un popolo numeroso.

Dagli Atti degli Apostoli
[Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
Mentre Gallione era proconsole dell’Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagòga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 46
Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Canto al Vangelo  
  Lc 24,46.26
Alleluia, alleluia.

Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.

Vangelo   Gv 16, 20-23a
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». 

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