La comunità di Antiochia sa di avere come guida lo Spirito Santo e l’evangelizzazione come compito essenziale. Nella prima lettura lo vediamo a due particolari: chiaramente la voce dello Spirito che si ascolta non solo “celebrando il culto del Signore”, ma anche “digiunando” (troviamo il digiuno menzionato due volte nel brano odierno!). E lo Spirito che affida a Saulo e Barnaba la diffusione della Buona Notizia in terre dove non è ancora arrivata. Ma c'è un altro particolare significativo. Da Gerusalemme, c'è Marco assieme a Barnaba e Saulo : dove abiterà, dove mangerà? Sembra normale per la comunità accogliere a lungo estranei in nome del servizio del Signore.
Un altro cardine della comunità è la formazione. La grazia
del kerigma rende viva la comunità; Barnaba lo vede e incoraggia tutti però sa che
senza formazione la Grazia non si svilupperà o, peggio, potrebbe esaurirsi
rapidamente o deviare. Dopo aver chiamato Saulo rimasero “un anno intero in quella comunità e
istruirono molta gente” (Atti
11,26).
Queste tre caratteristiche: docilità voluta allo Spirito, evangelizzazione e formazione delineano un’identità chiaramente riconoscibile e, non a caso, “ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani” (Atti 11,26).
Troviamo queste caratteristiche nelle nostre comunità?
La chiamata del Signore che si manifesta in mezzo alla
comunità e attraverso di essa per Saulo e Barnaba ci riporta al tema della vita
come vocazione. Tra i presenti a questa Eucaristia c'è chi ha sentito l’amore
personale del Signore che ha fatto lasciare tutto e riorganizzare la propria vita
con al centro Lui e la sua volontà. È ancora così? Ma ci sono certamente alcuni
presenti che non hanno mai concepito la propria vita come vocazione. Il loro progetto
di vita è dipeso dalla loro volontà, da incontri fatti ed esperienza di gusti o
di necessità solo umane. Per esempio il matrimonio e il lavoro. Da credenti, hanno
chiesto e chiedono la benedizione di Dio sul loro matrimonio, i figli, il lavoro,
la nuova macchina. Ma è diverso dal mettere la propria vita e volontà nella mani
di Dio come Saulo: “Io
dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui
verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia”. (At 22,10).
Oggi viviamo la nostra
vita con questa disponibilità vocazionale.
Prima
Lettura At 12,24-13,5
Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 66
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.
Dio
abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano
le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti
lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore:
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.
Vangelo Gv 12,44-50
Io sono venuto nel mondo come luce.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me,
vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché
chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché
non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che
ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me
stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare
e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose
dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Nessun commento:
Posta un commento