Lo Spirito Santo porta il diacono Filippo incontro
all’Eunuco della regina Candace che dopo un breve annuncio del Mistero di Gesù
Cristo viene battezzato. Questo testo viene spesso invocato per giustificare i
battesimi dati senza grande preparazione, anche a fanciulli e adulti. Non voglio
smontare questa argomentazione fallace ma guardare dal punto di vista dell’Eunuco:
egli fa una tale esperienza di speranza e di liberazione che prende la sua vita
e la getta nel mistero di Cristo attraverso il battesimo. Ha cercato sempre,
mendicato, il riscatto dalla sua condizione di eunuco, senza risultati, infrangendosi
contro il muro impietoso della realtà. Ed ecco che la Grazia, senza negare o
cancellare la realtà, gli rivela la sua vita in modo completamente diverso, le
dona una giustificazione, egli è giustificato, è reso giusto perché ha
conosciuto la Verità. Ed ecco perché la sua vita ormai è Cristo, deve svolgersi
soltanto in Cristo.
Quanti tra coloro che vengono in Chiesa sono stati
giustificati? Non vengono forse – in tanti – a mendicare un compromesso, un
arrangiamento, quando non il miracolo di uscire dalla propria condizione? E quanti
di noi che abbiamo fatto l’esperienza della giustificazione e abbiamo detto: “quello
che mi propone il Signore è quello che voglio vivere! Ecco io vengo o Signore per
fare la tua volontà e butto via tutto il resto”? col passare del tempo, di fronte alla routine della vita
quotidiana, anche quella consacrata, in molti siamo stati “nauseati di questo cibo così leggero” (Numeri 21,5) e il fervore si è abbassato, forse spento,
quando non siamo andati a cercare altri “cibi più gustosi”.
Questa mattina all’offertorio le suore hanno cantato “Le mani alzate verso Te, Signor, per offrirti il mondo. Le mani alzate verso Te, Signor, gioia è in me nel profondo. / Guardaci Tu, Signore, siamo tuoi piccoli siam davanti a Te. … “ Questo canto ha risvegliato in me un ricordo molto vivo. Dai Padri di Betharram, dei compagni di scuola, fratelli di varie età, hanno perso entrambi i genitori in un incidente stradale pochi giorni prima di Natale. Al funerale hanno voluto questo canto. Avevo circa dodici anni. Nel dolore condiviso e lo smarrimento per questa tragedia, la loro testimonianza si è radicata in me: cantare al funerale dei propri genitori “Le mani alzate verso Te, Signor, gioia è in me nel profondo”! Giustificare Dio e dichiarare giusta la morte dei genitori, il proprio dolore, la propria vita messa nelle mani del Signore. Questo è cristianesimo!
Prima
Lettura At 8, 26-40
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.
Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 65
Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Popoli,
benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.
Venite,
ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.
Sia
benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
Canto al Vangelo Gv 6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Gv 6, 44-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha
ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia
visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in
verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto
e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non
muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in
eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
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