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venerdì 20 maggio 2022

LE LEZIONI DEL CONCILIO DI GERUSALEMME / venerdì V sett. Pasqua.

 


La discussione animata (“non piccola”) tra Barnaba, Saulo e i Giudei che vogliono imporre la circoncisione conduce a consultare la Chiesa di Gerusalemme. In essa spiccano gli Apostoli e il collegio degli Anziani, ma è tutta la Chiesa che è coinvolta. Questo permette a chi deve discernere di ascoltare tutti e comprendere meglio sia la volontà di Dio in assoluto: accogliere i pagani senza reticenze nella Chiesa perché è la fede che salva e Dio ha deciso, in Gesù Cristo risorto, di donare la fede anche a loro; sia come applicare questa volontà, quale passo fare per primo: ci sono delle resistenze, dei blocchi culturali e mentali. Gli ebrei vedono ancora come tabù alcune cose, i pagani ripugnano alla circoncisione e non capiscono certe tradizioni ebraiche. Questo ascolto reciproco, oltre ad illuminare, fa anche accogliere meglio la decisione dell’autorità, sia perché tutti si sono sentiti considerati, sia perché la discussione permette di comprendere i motivi delle decisioni prese. È il grande bene del cammino sinodale.

Le decisioni di questo primo Concilio “sono” innanzitutto uomini, messaggeri, non documenti. Gli Apostoli non mandano una lettera per mano di”, ma dei testimoni della discussione e garanti delle decisioni, che portano anche uno scritto, perché ciò che è scritto è chiaro, rimane. Forse avremmo fatto il contrario. Anzi, con Internet, avremmo mandato solo uno scritto!? Invece conta in primo luogo la delegazione fraterna, il contatto personale.

Mentre i conservatori, puntavano tutto sulla norma: “se non vi fate circoncidere non potete essere salvi”, le indicazioni da osservare riportate nella lettera, sono accompagnate da un semplice "farete cosa buona...". Non è la norma infatti che salva ma la fede. Spesso invece abbiamo trasformato la partecipazione ai sacramenti in senso moralistico (rigoristico o lassista). Credo che questa semplice esortazione che accompagna norme peraltro molto serie (per esempio astenersi dalla “porneia”, le unioni illegittime) ci deve far riflettere. L’allora ancora teologo Ratzinger diceva che la comunità cristiana deve essere formata normalmente di “communicantes”, di persone che comunicano abitualmente al pane e vino eucaristici nella Celebrazione domenicale. Invece, per esaltare il valore del Sacramento molti sono stati educati tassativamente a “non fare la comunione senza confessarsi”, a “non fare la comunione se non sono passate tot ore senza assumere cibo” a “non fare la comunione se si arriva in ritardo a messa”, e l’elenco può allungarsi… . Ha ragione papa Francesco quando dice che non siamo i doganieri della fede. Esprime il pensiero autentico della Chiesa, come il "Conservatore" J. Ratzinger. Il problema è dunque di istruire molti, ma soprattutto che una religione senza al centro la fede nel Cristo morto e risorto non è cristianesimo.

 

Prima Lettura    At 15, 22-31
E’ parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 56
Ti loderò fra i popoli, Signore.

Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria. 

Canto al Vangelo 
  Gv 15,15
Alleluia, alleluia.

Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre
l'ho fatto conoscere.
Alleluia.


Vangelo
   Gv 15, 12-17 
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». 

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