“Dobbiamo entrare nel regno di Dio
attraverso molte tribolazioni”. San
Paolo non nasconde nulla ai cristiani, anche semplici laici, convertiti da poco.
Come Gesù d’altronde ha sempre fatto. Purtroppo spesso nelle parrocchie si nasconde
la verità quando non si mente alle persone sia riguardo alla protezione di Dio nella
vita reale, sia al raggiungimento del paradiso e alla vita morale. Non significa
che anche per i santi sia sempre facile accettare tutto. Un giorno santa Teresa
d’Avila indispettita da qualche tribolazione che il Signore permetteva nella sua
vita gli disse: “capisco perché hai pochi amici se li tratti così!”
È chiaro anche che non tutti perseverano. Persevera chi
ha sperimentato l’amore e la misericordia infiniti di Dio per lui, e, spesso, l’ideale
che il cristianesimo dipana davanti a lui e diventa ragione di vita. Certo la
prima percezione di questo ideale si rivela in genere troppo umana. Charles de
Foucauld sperava, pieno di zelo e di Spirito Santo, di convertire tanti musulmani
e sognava anche di creare fraternità in mezzo a loro, specialmente tra i più poveri.
E fallì sotto questi due aspetti. Ma il lasciarsi guidare dallo Spirito Santo gli
permise di maturare un modo nuovo di presenza missionaria tra i non cristiani che
divenne un tesoro per la Chiesa dei nostri tempi. Rimettendo a Dio le sue idee
e progetti, Charles de Foucauld si avvicinò sempre di più a “Gesù Unico Modello”
fino a diventare il “fratello universale”. È ciò che ci presenta il Vangelo di oggi:
Nell’ultima Cena, appena “Giuda fu uscito [dal cenacolo] , Gesù disse: «Ora il
Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui”. In che cosa Gesù
è stato già glorificato? Ha potuto amare Giuda come il migliore amico pur
sapendo che stava per tradirlo, al punto che i discepoli non hanno capito nulla
di ciò che stava accadendo. E in questo Dio è stato glorificato: l’Umanità può vedere
in totale trasparenza, attraverso il comportamento di Gesù il vero volto di Dio,
la sua natura che è Amore assoluto. Che forza avrei se potessi vedere le mie difficoltà
attraverso l’amore del Signore per me e anche attraverso i suoi occhi,
sentendomi non ostacolato ma già in qualche modo glorificato dalle prove! “Giustificati
dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù
Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a
questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria
di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben
sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e
la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di
Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è
stato dato”. (Romani 5,1-5)
Gesù dona l’amore come segno delle comunità cristiane, dell’essere
suoi discepoli. Quale amore? L’amore che egli ha avuto per noi, cioè per Giuda.
Prima
Lettura At 14, 21b-27
Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Misericordioso
e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti
lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per
far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Seconda Lettura Ap 21, 1-5
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Dal
libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di
prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio,
pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Canto al Vangelo Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
Vangelo Gv 13, 31-33a. 34-35
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni agli altri.
Dal
vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato
glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in
lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni
gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per
gli altri».
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