Gesù è la vera vite e noi i tralci, il Padre suo è l’agricoltore.
Due giorni fa un appassionato mi diede una luce nuova: “quando ho
piantato la mia prima vite, mio padre mi disse: hai piantato l’albero che richiede
più cura. Ed è vero.”.
Sapevo che la Bibbia canta la squisitezza dell’uva, la preziosità
del vino, la vigna che significa il popolo d'Israele. Ma la
difficoltà a coltivarla per cui deve essere più curata era nuova per me e mi
ha fatto pensare alla nostra condizione ribelle e all’amore premuroso, alla
pazienza, alla saggezza e alla fatica che Dio deve dispiegare perché alla fine portiamo frutto.
Una delle difficoltà di Dio è il nostro volerlo
racchiudere nelle nostre idee o nelle nostre tradizioni. Già fin dai primi anni
della Chiesa, alcuni venuti dalla Giudea, senza nessun mandato ma pieni di
zelo, si credono dei salvatori, e vengono a curiosare e giudicare, a mettere
ordine nella comunità di Antiochia che evidentemente cammina fuori strada e ha bisogno
di maestri (loro) che insegnino la retta via. Anche a Gerusalemme alcuni credenti provenienti dalla setta dei farisei intervengono sentenziando, senza lasciarsi interrogare prima dai frutti che Dio opera
concretamente tra i pagani. Quanta pazienza e amore gratuito ci vuole per Dio verso
quei farisei, verso di me, verso di noi!.
Qual è la differenza tra la Chiesa e questi suoi figli?
La Chiesa, pur essendo prudente, pur sapendo che ci sono dei punti fermi, dialoga
con Dio e si lascia sorprendere, interpellare dalla sua azione sempre nuova nella
vita delle persone. Gli altri, "quelli dell’ortodossia”, delle
tradizioni consolidate, non escono dai loro schemi. Tanto più che l’apostolato
di Paolo e Barnaba è ancora, in quel momento,
molto marginale anche numericamente: appare sospetto a chi cerca il consenso
della maggioranza. Ogni grande Concilio, nella sua applicazione autentica,
trova resistenza nella Chiesa. Ma il Padre si prende molto cura di noi. Camminiamo
con la Chiesa, uniti a Lei per essere tralci vivi nella Vite vera.
Prima
Lettura At 15, 1-6
Fu stabilito che salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per
tale questione.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 121
Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale
gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme
è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.
Là
sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano.
Canto al Vangelo Gv 15,4-5
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me ed io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.
Vangelo Gv 15, 1-8
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me
non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché
porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho
annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso
se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come
il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete
e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto
frutto e diventiate miei discepoli».
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