Uso
spesso la frase di san Giovanni della Croce: “Se qualcuno entra nella notte oscura della fede, anche se soffre di
Melancholia (grave depressione, malattia psichica) guarisce; e la sua anima è tutta sana perché è tutta mossa
dall’amore”.
Questa
frase merita qualche spiegazione.
Innanzitutto
san Giovanni della Croce non ha un ideale psicologico di sanità. Per lui l’anima
è tutta sana in quanto è mossa dall’amore, non perché il mio carattere è tutto
sotto controllo e pienamente armonioso. D’altronde anche gli psicoterapeuti
sanno che il “tutto sotto controllo”, il “tutto risolto” non esiste. Scherzava
Karl Jung: “Se trovate qualcuno perfettamente armonioso, portatemelo che lo
guarisco io”. La guarigione dalla depressione o dalla malattia mentale consiste
in questo per san Giovanni della Croce : sapersi amati al punto di lasciare
l’amore di Dio guidarmi in tutto attraverso la luce (oscura) della fede. È
molto più di una terapia psicologica, di un percorso di presa di coscienza di
sé e di autostima solo psicologiche. Anche se ci sono dei seri punti di
contatto, è un percorso diverso sopratutto perché più profondo nel senso in cui
si appoggia su Dio che trascende la mia realtà psicologica. Ha una prospettiva
profondamente diversa. Lo psicologo che sa limitarsi nel suo campo può essere
molto utile. Un buon psicologo può svelare in modo molto efficace molti idoli
nocivi, specialmente gli idoli del mondo. Ci sono gli idoli del mondo (soldi,
successo, piaceri, affetti, ecc.) e ci sono gli idoli della religione (sensi di
colpa perpetui e scrupoli, fiducia magica nelle formule o nelle immagini
particolari, fariseismo e ideali religiosi falsi che nascondono la realtà
personale e non le permettono di emergere, volontà di realizzarsi
spiritualmente invece di donarsi…). Se lo psicologo vuole negare la realtà
della fede e invadere un campo che non è suo, non aiuta il paziente cristiano e
priva ogni suo paziente della dimensione veramente spirituale della sua vita.
Ma allo stesso modo il prete che si improvvisa psicologo mentre non ne ha le
competenze, oppure nega la dimensione psicologica del cammino spirituale, crea
molti danni. Non è un buon Direttore spirituale
Gesù
dice prendi la tua croce e seguimi. Gesù ha attraversato la morte in modo che
prendiamo fiducia anche noi negli avvenimenti di morte della nostra vita. La
preghiera dopo la Comunione di questa domenica recitava così: “La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e
anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo
Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.”
Se mi appoggio realmente alla Parola di Dio e non alle mie idee o alle mie sensazioni entro nella verità. Questo pone anche il problema dell’obbedienza nella Chiesa. San Paolo dice: “Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore.” (Filippesi 2:12). Abramo è nostro padre nella fede non solo perché ha saputo fare fiducia a Dio nel lunghissimo tempo della Promessa prima che nascesse suo figlio Isacco, ma sopratutto quando ha accettato di trascendere totalmente il suo legame con “il figlio unico che amava” (vedi Genesi 22,2) per sacrificarlo a Dio sul Monte Mòria. Questo è la notte oscura, perché il senso naturale, anche religioso si ribella totalmente a questa prospettiva. Gli sembra una contraddizione con l’amore di Dio e il più basilare buon senso. Ma è così che l’amore di Abramo per suo figlio è guarito da ogni morbosità e auto compiacenza. Per arrivare a tanto, Dio ha fatto fare ad Abramo un cammino, lungo, che l’ha portato ad una fiducia totale, ad una autentica “morte” che lo ha liberato dalla morte, gli ha aperto le porte della Vita Eterna fin da questa terra. Solo lasciandosi guidare (obbedendo, abbandonandosi, sottomettendosi…) l’uomo può arrivare alla Risurrezione. Naturalmente l’uomo è schiavo tutta la vita per timore della morte. Questa schiavitù genera in lui una immensa tristezza che lo condiziona fin nel profondo. Dio dona lo Spirito Santo, la Risurrezione, a coloro che si sottomettono a Lui (Atti degli Apostoli 5,22). Prima di riceverlo, pregando assieme alla Vergine Maria, gli Apostoli hanno dovuto fare un’opera di profonda spogliazione, di profonda fiducia e sottomissione a Dio che si è rivelato potente nella croce e nella morte.
È
chiaro che se qualcuno segue Cristo crocifisso con questa pienezza e
consapevole libertà, ha certamente superato la depressione, ha trasformato la
sua sofferenza che forse esiste ancora, in occasione di vittoria e di salvezza.
Nel frattempo, noi che abbiamo una fede ancora tanto piccola e infantile,
impariamo dalla croce ad aver fiducia quando sembra che ci sono solo tenebre, a
lottare (portare la croce) contro lo scoraggiamento e i nostri idoli e le
nostre passioni, a comprendere cosa è vera carità e cosa è sentimentalismo,
ecc. Portando la nostra croce ci rafforziamo contro il male oscuro della
depressione e la luce che scende dalla croce di Cristo comincia a penetrare
nelle tenebre del nostro male sciogliendolo. Il mio padre spirituale diceva che
la fede è oscura ma non tenebrosa. Il demonio vuole farci scappare dalla croce
che ci salva nascondendoci la risurrezione, e vuole spingere anche i credenti
nelle tenebre del peccato col pretesto del sacrificio.
Ci sono molte altre cose da dire e anche da dire meglio. Spero che
questi pochi appunti possano aiutare.
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