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mercoledì 25 settembre 2019

CONTA FARE LA VOLONTA' DI DIO / lunedì XXV sett. T.O.

Esdra, la ricostruzione del Tempio.

Israele è stato formato da Dio nel deserto e ha ricevuto in dono la Terra promessa ai padri. Col tempo, invece di andare migliorando, Israele “si installa”, si sente proprietario della Terra e del culto, perfino di Dio stesso. Imita i popoli vicini, ricercando la potenza politica, moltiplicando i peccati e le iniquità, reintroducendo l’adorazione degli idoli, ecc.
Dio castiga allora il suo popolo togliendogli la Terra, segno tangibile della sua benevolenza. Sarà l’esilio. Dio toglie la Terra e il Tempio, ma non la sua benevolenza. Paradossalmente l’esilio sarà l’esperienza di una nuova vicinanza di Dio. Sarà un nuovo deserto, doloroso e che si attraversa nel pentimento, ma ricco di grazie. In particolare Israele scopre che il fare memoria delle azioni di Dio in favore del suo popolo nel passato, rende Dio stesso ancora presente e che questa Parola antica suscita una Parola Nuova per il presente e il futuro. Nasce così la Sinagoga. E, infine, l’esilio non dura per sempre. Dio riporta il suo Popolo con il compito di ricostruire il Tempio: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare” canta il Salmo.
Ma non tutti ritornano. Gli ebrei, dopo la catastrofe della sconfitta e le violenze terribili subite, non sono stati trattati tanto male in esilio. Qualcuno si è installato, ha prosperato, si è abituato. Il ritorno è sempre un’avventura, sarebbe giusto farlo, anzi, lodevole, ma preferisco “servire il Signore” dove ormai ho le mie abitudini e le mie comodità. Dio non è forse il Signore di ogni luogo, l’Unico Dio? E così molti rimangono prigionieri volontari dell’esilio. Neanche in quel momento Dio ritira la sua benevolenza ma loro stessi si mettono fuori del Cammino.
Il Vangelo di oggi ce lo conferma in modo straordinario. Gesù sta insegnando e gli dicono: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». E Gesù : «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». La Madonna ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica. Non sappiamo se i parenti di Gesù erano giusti o malvagi e non conosciamo i peccati o le virtù di coloro che Gesù indica come sua madre e i suoi fratelli. Egli dice dunque chiaramente che – sopra i legami di sangue e ogni altro realtà umana – conta camminare nella Parola e nella volontà di Dio. In parole povere: non è perché faccio più preghiere che faccio la volontà di Dio. In noviziato mi hanno insegnato il valore di fare esattamente le penitenze imposte dall’obbedienza: “Il di più si fa per il diavolo, non per Dio”. Nessuno mi ha detto che era peccato mortale ma che contava fare la volontà di Dio e non la mia. “Misericordia io voglio, non sacrificio!” dice il Signore.
Rallegriamoci perché – umilmente e con tanti difetti – siamo madre e fratelli di Gesù, perché ascoltiamo la sua Parola e cerchiamo sinceramente di metterla in pratica.

Prima Lettura  Esd 6, 7-8.12b.14-20
Portarono a compimento la costruzione del tempio e celebrarono la Pasqua.
Dal libro di Esdra
In quei giorni, [il re Dario scrisse al governatore e ai funzionari della regione dell’Oltrefiume dicendo:] «Lasciate che lavorino a quel tempio di Dio. Il governatore dei Giudei e i loro anziani costruiscano quel tempio di Dio al suo posto. Ed ecco il mio ordine circa quello che dovrete fare con quegli anziani dei Giudei per la costruzione di quel tempio di Dio: con il denaro del re, quello delle tasse dell’Oltrefiume, siano integralmente sostenute le spese di quegli uomini, perché non vi siano interruzioni. Io, Dario, ho emanato quest’ordine: sia eseguito integralmente».
Gli anziani dei Giudei continuarono a costruire e fecero progressi, grazie alla profezia del profeta Aggeo e di Zaccarìa, figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione per ordine del Dio d’Israele e per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re di Persia. Si terminò questo tempio per il giorno tre del mese di Adar, nell’anno sesto del regno del re Dario.
Gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questo tempio di Dio; offrirono per la dedicazione di questo tempio di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli e dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d’Israele.
Stabilirono i sacerdoti secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.
I rimpatriati celebrarono la Pasqua il quattordici del primo mese. Infatti i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme, come un sol uomo: tutti erano puri. Così immolarono la Pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 121
Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore»!
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.
Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Canto al Vangelo 
 Lc 11,28 
Alleluia, alleluia.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 8, 19-21
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


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