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domenica 29 settembre 2019

ASCOLTARE, NON SENTIRE / XXVI domenica T.O.


Un ricco senza nome finisce all’inferno e i suoi fratelli rischiano la stessa sorte, il povero alla sua porta va in paradiso. Il ricco esagerava davvero, la porpora corrisponderebbe oggi ai capi di alta moda. Il povero Lazzaro non è descritto come buono ma solo nella sua estrema indigenza e Dio lo consola con la vita eterna dei mali e dell’abbandono sofferti. È una osservazione importante. Ma la parabola è rivolta ai discepoli che sbarcano degnamente il lunario o anche un po’ meglio. Quindi la domanda è cosa fare per andare in paradiso se ho dei beni? Condividere evidentemente. Anche perché, pur non vestendo di porpora, collettivamente, di fronte alla povertà del mondo noi tutti siamo questo ricco. La Giornata dell’Immigrazione celebrata oggi ce lo ricorda. Ma la soluzione precisa che offre Gesù è di ASCOLTARE MOSE’ E I PROFETI. Il ricco era un ebreo, andava alla Sinagoga, aveva Mosè e i Profeti, ma sentiva soltanto, non ascoltava. Quante volte anch'io sento e non ascolto!... Quante volte preferisco notizie di apparizioni, di esperienze “mistiche”, di preghiere specialmente efficaci o di luoghi privilegiati all’approfondire la Parola!...  
Ma oggi tra noi ci sono tanti, tantissimi, che non hanno mai sentito “Mosè e i Profeti”. Per lo più la loro catechesi è da Prima Comunione. Infatti c'è pochissima offerta di catechesi agli adulti.  Abbiamo trasformato il Cristianesimo in qualcosa per i bambini. Talvolta perché pensiamo che non siamo in grado di dare risposte agli adulti. O che il cristianesimo stesso non sappia rispondere e sostenere una vita adulta nella società di oggi. Ho sentito dame catechiste dire che da 13 fino a 60 anni non si può essere cristiani! Mentre Gesù non parlava ai bambini!!!! Gesù nel Vangelo non ha mai fatto catechesi ai bambini. Li benediceva, li abbracciava e poi li rimetteva ai loro genitori. Secondo la Bibbia, è la famiglia, è il padre che deve trasmettere la fede, la sua fede vissuta ai suoi figli. E noi? facciamo catechesi quasi solo ai bambini! Quello che si dice ai bambini è vero, santo, ma un adulto ha problemi, responsabilità e una visione della vita diversi. A 22 anni quando ho cominciato a lavorare mi sono chiesto se il Cristianesimo aveva risposte per la mia vita di adulto e mi sono reso conto che come insieme coerente avevo il catechismo dei miei dieci anni. Più tardi mentre cercavo certezze di fede il Signore mi ha fatto prendere coscienza che non avevo mai letto, nemmeno una volta, il Vangelo dalla prima pagina all’ultima, mentre avevo letto – e studiato – libri molto più grossi. Mi ricordo ancora l’immenso senso di vergogna che ho provato. Dubitavo, criticavo qualcosa che non conoscevo. Quanti non hanno nemmeno l'inizio della conoscenza del Cristianesimo.
La parrocchia offre (dal primo ottobre) catechesi per adulti. Approfittiamone per venire, e per invitare. Che tutti abbiano “Mosè e i Profeti”, anzi, Gesù Cristo risorto e la certezza della fede. Se Abramo ha potuto, lui vecchio, lasciare al nipote Lot la scelta dei pascoli migliori è perché era pieno della promessa di Dio che valeva più di tutto il resto. Se alcuni cristiani, ancora oggi, preferiscono morire piuttosto che abbandonare il Signore non è perché dicono: “secondo me ci deve essere qualcosa lassù! Chi sa?”, ma perché sono certi, perché hanno incontrato il Signore risorto, perché hanno fatto esperienza di Lui! Allora possono condividere, perché il Signore gli ha riservato meglio di abiti di porpora e lauti banchetti.

Prima Lettura  Am 6, 1.4-7
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

Seconda Lettura
  1 Tm 6, 11-16
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Canto al Vangelo
  2 Cor 8,9
Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

  
Vangelo  Lc 16, 19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». 


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