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mercoledì 4 settembre 2019

COSA SIGNIFICA EUANGHELION? / mercoledì XXII° sett. T.O.



Nelle letture di oggi appare un problema di traduzione che ci tocca profondamente e direttamente. Come tradurre la parola greca euaggelion (si pronuncia euanghelion=evangelo) e i suoi derivati (evangelizzare, ecc.)? Al nostro orecchio, risuonano allo stesso modo “Vangelo” e "Buona Notizia” (Eu-anghelion)? Quando sentiamo la parola Vangelo pensiamo ad un libro con le pagine che contengono racconti di insegnamenti, di incontri, di miracoli di Gesù, oppure alla Buona Notizia della risurrezione di quel condannato alla morte infamante della croce e costituito Signore universale? Sentiamo il Vangelo come un peso di regole da rispettare, oppure come un varco aperto che ha frantumato il potere della morte.
Scrive san Paolo ai primi cristiani di Colossi: «Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo (euanghelìou) che è giunto a voi». San Paolo non portava nessun libro. Qual era questa Buona Notizia? Nel Vangelo di oggi Gesù dice: «È necessario che io annunci la buona notizia (euanghelizasthai) del regno di Dio anche alle altre città». Ogni parola o gesto di Gesù è una Buona Notizia per noi perché ci manifesta l’Amore e la vicinanza di Dio. Ma certamente il contenuto di questo annuncio prima della Risurrezione e dopo la Morte e Risurrezione di Gesù è differente. Se Cristo fosse stato solo buono e dolce ma non avesse vinto la morte “mangiamo e beviamo come gli altri, che domani moriremo”. Infatti sempre secondo le parole di san Paolo “vana sarebbe la nostra fede, inutile”. Ora san Paolo costata che i cristiani di Colossi hanno carità “verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli”. Egli costata pure con gioia che in tutto il mondo questo annuncio porta frutto e si sviluppa. La carità dei primi cristiani non è uno sforzo ma il frutto gratuito di una grazia efficace che provoca un cambiamento totale di mentalità, di visione del mondo e della vita, del futuro, un rovesciamento di valori.
Ma “il Dio che ti ha creato senza di te, non vuole salvarti senza di te, ma in modo degno di un essere libero e ragionevole” (san Francesco di Sales). Dio vuole la nostra perseveranza, vuole la nostra libertà. In questa perseveranza la tentazione di tornare al vecchio modo, di non scendere fino alle acque del battesimo è grande. Colpisce che san Francesco nei suoi scritti citi sopratutto il Nuovo Testamento, e impronti la sua vita sul modello apostolico (Cristo è già risorto, il Regno è venuto), in mezzo ad un ambiente monastico che si era accomodato molto alla lettura dell’Antico Testamento (dobbiamo camminare umilmente sulle vie della Sapienza per raggiungere il Regno di Dio). Questo proveniva dall’esperienza della pesantezza della natura umana ribelle e fragile. Ma nascondeva forse una perdita di fede nella realtà del dono di Dio, un passo indietro della Chiesa nei confronti della grazia. O anche una scelta segreta, non detta, a favore della morte, di questa vita che so essere mortale ma è mia, contro la proposta di rinascita di Dio. Quando la Chiesa passa dal necessario realismo alla sfiducia, il Signore manda dei profeti per rialzare l'animo dei credenti, riportare la Chiesa nella via della grazia.
Com'è la tua vita oggi? Sei a disposizione della grazia che ti immette nel cammino grandioso e oscuro della fede e vuole fare opere magnifiche in te, secondo i pensieri e le vie di Dio e non i tuoi, oppure hai impostato la tua giornata come le altre sulle tante cose da fare, sui problemi, sui tuoi sforzi perché Dio ti ha lasciato solo?
  
Prima Lettura   Col 1, 1-8
La parola di verità è giunta a voi, come in tutto il mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro.
Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli.
Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 51 
Confido nella fedeltà di Dio, in eterno e per sempre.

Come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre.

Voglio renderti grazie in eterno
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono,
davanti ai tuoi fedeli.
  
Canto al Vangelo 
  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione. 
Alleluia.

Vangelo   Lc 4, 38-44
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

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