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giovedì 26 settembre 2019

NON RIMANDARE, CONVERTITI OGGI / Giovedì XXV sett. T.O.


Un "piccolo resto" è tornato dall’esilio per ricostruire il Tempio e una comunità nuova nella Terra dei Padri. Erano carichi di entusiasmo, pieni di sogni e buoni propositi, ma la realtà si è rivelata irta di difficoltà inaspettate avvolte dalle preoccupazioni quotidiane. Ecco che queste preoccupazioni prendono il sopravvento e chi è tornato a Gerusalemme con lo scopo preciso di ricostruire il Tempio, rimanda di volta in volta. Il Signore suscita un profeta che richiama tutti associando all’impegno per il Tempio una promessa di prosperità e al disimpegno la costatazione di difficoltà nella vita economica. Ma è vero questo? Se metto il Signore al primo posto, oltre sue grazie particolari, l’obbedienza ai suoi comandi crea una situazione di vita ordinata e operosa, senza vizi, collaborativa con gli altri, caritatevole con i più deboli, piena di forza spirituale e di valori veri. Se la fedeltà a Dio si estende a tutta la famiglia, al villaggio, alla società, essa genera senz’altro un benessere diffuso. Ma quando sette religiose spesso protestanti oppure cattolici settari promettono il benessere materiale in base al numero delle preghiere o all’adesione a certe pratiche o al loro gruppo, ecc., e misurano la fedeltà a Dio con il metro della tua ricchezza o delle grazie che ottieni, dicono una bugia immensa. La fedeltà a Cristo non può escludere la croce!!! E' certo, però, che se cerco il Signore con tutto il cuore entro pienamente nel suo piano provvidenziale per me, che è un piano di amore e di salvezza.
Nella prima lettura, i rimpatriati scoraggiati abbandonano Dio per ripiegarsi sul vivere materiale. Questo genera una vita fiacca. Questo stesso vivere fiacco che troviamo alla Corte di Erode. Gesù è l’avvenimento del giorno e tutti ne parlano. Chi è Gesù? Si scomodano le interpretazioni più varie ma tutte dicono quanto sembra un personaggio importantissimo: un risorto dai morti, il profeta Elia che annuncia l’arrivo del Messia, ecc… Dire questo dovrebbe significare: devo assolutamente verificare e poi convertirmi per non incappare nel giudizio di Dio! Ma, invece sappiamo che Erode e la sua corte non si convertono…
Noi che crediamo alla Risurrezione e celebriamo i sacramenti forse quotidianamente perché il nostro pensiero e la nostra volontà non sono di convertirci costi quel che costi, di seguire Gesù in tutto e per tutto nel suo abbassamento, nella sua fede, nella sua carità? Questa semplice osservazione ci fa prendere coscienza di tutto il peso della nostra umanità figlia del peccato di Adamo, di questo spirito fiacco e reticente che ci caratterizza. I santi non erano diversi ma hanno implorato dal Signore la grazia della conversione. Noi pensiamo di fare, di essere già a buon punto, mentre “Senza di me non potete fare niente” ci dice Gesù con tutto il suo amore. Fare niente significa morire nei nostri peccati per l’eternità. Nelle icone russe del giudizio universale c'è un uomo nudo che abbraccia una colonna, legato ad essa: è quell'uomo comune che è legato ai suoi affetti, ai suoi affari, alle sue sicurezze e non riesce a sciogliersi. Il Signore misericordioso ci dia la grazia di chiedere ostinatamente, fiduciosamente, ogni giorno la conversione.

Prima Lettura   Ag 1, 1-8
Ricostruite la mia casa, in essa mi compiacerò.
Dal libro del profeta Aggèo
L’anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.
Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.  

Canto al Vangelo
    Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 9, 7-9
Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

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