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venerdì 19 ottobre 2018

PERCHE' HAI ANCORA PAURA? / venerdì XXVII° sett. T.O.

Maria colpendo il demonio - Libro di Ore, William De Brailes, Inghilterra, XIII secolo.

Dio tutto opera secondo la sua volontà (prima lettura), noi no. Subiamo, siamo costretti, siamo condizionati, prigionieri della paura. Dio no ed è il nostro Padre, non cambia e nessuno può andare contro di lui. Egli, cioè, è il nostro miglior alleato. Tutti i capelli della nostra testa sono contati (Vangelo).
Se ho un tale alleato, dico di credere in Lui e lo prego, perché temo ancora? Due sono le ipotesi, che sono collegate: la mia fede è infantile, e non ho deciso ancora di avere coraggio. “È solo il primo passo che costa” diceva santa Teresina. In questo senso vale il detto popolare: “Aiutati che Dio ti aiuta” anche se Dio ci precede sempre, ci aiuta prima ancora che gli chiediamo aiuto. Però Dio ci lascia appunto la decisione di fidarci o meno di Lui e di noi stessi.

Di fatto il cammino contro la paura è comunque un processo. C'è sempre qualcosa che non oso affrontare o che affronto malvolentieri: la cosiddetta compulsione. I bulli sono paradossalmente persone fragili e incapaci di affrontare se stessi. Questa loro fragilità li rende rigidi, rigidità che permette un certo successo ma quando arrivano a posti elevati creano grandi disastri per la collettività. Invece il cammino contro la paura è un processo che si rafforza ogni giorno e deve essere ripreso ogni giorno. Ma non domani, ora devi decidere da quale parte stare. Un girone dell’inferno di Dante è quello degli Ignavi, coloro che “mai non fur vivi”, perché mai si sono schierati da una parte, sia nel bene che nel male, mai hanno osato avere un’idea, un progetto propri, conquistando la propria autonomia. Sono quelli col talento sepolto, per paura appunto, non deponendo nemmeno questo talento alla “banca” per ricavarne interessi sicuri, come dice Gesù nella parabola. Rispondendo alla domanda di Dante, il Signore li descrive così: “questo misero modo tengon l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo”.
È impressionante che san Matteo nello stesso brano metta fianco a fianco l’ipocrisia e la paura. Secondo sant’Ignazio di Loyola, sono i due modi di cui si avvantaggia il demonio. Egli dice che il demonio assomiglia ad una donna cattiva che tenta un uomo. Se egli le resiste con fermezza, la sgrida e la allontana senza entrare in dialogo con lei, essa smette le sue moine e scompare. Allo stesso modo il demonio è come un uomo ambiguo che vuole sedurre una giovane e le raccomanda di tenere tutto segreto. Invece se lei racconta tutto al suo padre, il demonio vedendosi scoperto e minacciato, perde gusto e fugge.

Prima Lettura   Ef 1, 11-14
Noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo, siamo stati fatti eredi; e anche voi avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli,
in Cristo siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 32 
Beato il popolo scelto dal Signore. 
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. 
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.        

Canto al Vangelo   
Sal 32,22
Alleluia, alleluia.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Alleluia.


Vangelo
  Lc 12, 1-7
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. 
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

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