cerimonia di apertura del Concilio in S. Pietro. |
“Oboedientia et pax”. Dall’obbedienza
viene la pace. Questo era il motto episcopale rivoluzionario di Papa Giovanni,
figlio di contadini, prete bergamasco, Nunzio in zone periferiche poi nella
Parigi del dopo guerra, Patriarca di Venezia e infine vescovo di Roma dal 1958
al 1963. Questa frase non sembra tanto rivoluzionaria, eppure lo è perché sorge
dal profondo del Vangelo, dal profondo della Fede della Chiesa e tutto ciò che viene
dallo Spirito Santo è una profonda e benefica rivoluzione per l’uomo.
Obbediente sempre, perciò rivoluzionario
lo fu chi scelse questa frase. Pochi se ne resero conto finché non fu eletto Papa.
Però, Nunzio in posti secondari come la Bulgaria poi la Turchia e la Grecia, viveva
già il rinnovamento che avrebbe proposto poi a tutta la Chiesa perché seguiva
il Vangelo senza i rivestimenti del potere.
Tutti riconoscono la sua bontà, la sua
santità. Eppure ancora qualcuno non capisce la sua opera maestra: il Concilio
Vaticano II. Com'è possibile però che un uomo così santo, una volta eletto da
un Conclave legittimo alla missione di vescovo di Roma e quindi di Papa della
Chiesa Cattolica non sia guidato dallo Spirito Santo per un’opera tanto
importante? Che questo Concilio non venga da Dio? Dio forse può abbandonare la
sua Chiesa?
Quando Paolo VI ha detto che i fumi di
Satana erano entrati nella Chiesa, forse parlava di se stesso o del Concilio che
aveva voluto? Assurdo! Se fosse un traditore non avrebbe accusato se stesso e
chi la pensava come lui … Elementare caro Watson. Se invece Paolo VI ha voluto
continuare il Concilio Vaticano II, mentre aveva tutto il potere di fermarlo
come voleva la minoranza, poteva benissimo farlo. I lavori del Concilio in quel
momento erano sospesi. Bastava non convocare la Sessione successiva. Si poteva
tranquillamente anche usare una formula diplomatica dicendo che c'era bisogno
di una pausa di riflessione, ecc… e rimandare alle calende. Paolo VI in
occasione della Enciclica Humanae Vitae e in tante altre occasioni ha
dimostrato di essere capace di andare contro la maggioranza, di andare perfino contro
il parere di esperti da lui stesso convocati. Quindi se egli ha continuato e poi
attuato il Concilio è perché lo voleva fare e sentiva davanti a Dio che il Concilio
era volontà Sua.
Non a caso la data scelta per la memoria
di san Giovanni XXIII è la data anniversaria dell’apertura del Concilio. Oggi 56
anni fa, iniziò il Concilio Vaticano II.
Celebriamo con gratitudine a Dio la
memoria di san Giovanni XXIII e lo benediciamo per il Concilio che è stata la
più grande grazia spirituale ricevuta dalla Chiesa nel secolo XX° disse papa
Giovanni Paolo II. Tornando nella sua diocesi l’allora vescovo Karol Wojtyla
disse che fu grazie al Concilio che egli potè fare la sintesi della sua fede.
Scrisse un manuale del Concilio e indisse un sinodo diocesano per lo studio dei
suoi Testi da parte di tutti, preti e laici. Il vescovo Romero che sarà
canonizzato domenica prossima passava molto tempo allo studio dei Documenti del
Concilio e radunava attorno a sé dei preti per fare dei ritiri dediti alla lettura
e allo studio di questi Documenti. Grazie alla sua fede nella Chiesa e nel suo
Magistero, divenne santo secondo il Vangelo e difensore autentico dei poveri. Benediciamo
ancora il Signore perché i due Papi dopo Paolo VI hanno continuato e continuano
l’applicazione del Concilio.
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