Le tue misericordie canterò in eterno. |
Santa
Teresa d’Avila esclama con gioia alla fine della sua vita (1582): “muoio come figlia
della Chiesa!”
Non
è forse scontato che morisse nella Chiesa, come figlia sua? Non esattamente. Vediamo
per quali motivi.
Teresa
viveva in un periodo di grandissima purificazione della Chiesa che non andava senza
turbamenti. Da una parte c'era la protesta di Lutero che aveva trascinato mezza
Europa occidentale nel suo distacco dal papato in nome del Vangelo ritrovato e
meglio vissuto. Tutta la sua vita Teresa ha avuto come uno dei suoi orizzonti
la riforma di Lutero e quello che se ne poteva dire nel suo ambiente, nella Spagna
di quel tempo. Infatti non solo le notizie circolavano ma i “focolai di eresia”
si spargevano in tutta Europa e spesso toccavano persone sinceramente desiderose
della riforma della Chiesa, di una vita illuminata dalla (ri)scoperta della Sacra
Scrittura (vedi quello che è successo nel Regno di Napoli, allora possedimento
della Corona di Spagna). Nelle confusione degli avvenimenti e nelle conversazioni della gente, la colpa degli affronti anche sanguinosi che hanno avuto
luogo a causa della Riforma protestante poteva essere attribuita a un campo o
all’altro.
Lei
ha accettato tutto con spirito di fede, proprio perché sapeva che Gesù e la sua
Chiesa, anche quando fa degli errori, sono una cosa sola.
Essere figlio della Chiesa oppure no, da dove proviene? La radice sta nel cuore.
La prima lettura ci ricorda che Abramo aveva due figli. Tutt’e due sono figli di
Abramo ma uno è il figlio della carne, l’altro è il figlio della promessa e della
fede di Abramo. Posso essere materialmente nella Chiesa ed essere figlio della carne
perché scelgo me, i miei ragionamenti, non mi fido di Dio e della Chiesa ma di me
stesso. Il pagano si rivolge a Dio per avere salvezza e si serve di Dio, della Chiesa,
della comunità, il cristiano che si sente preceduto e avvolto dalla grazia, salvato gratuitamente, serve Dio, la Chiesa e la comunità.
Non
è forse questo il nostro combattimento? Scoprire che dentro di noi è ancora presente
il pagano che mette il proprio io, il proprio orgoglio, i propri desideri al
centro di tutto, e prega per ottenere la grazia di stare bene, di avere successo, ecc., e
l’uomo nuovo, nato dal battesimo che dimentica se stesso, vuole solo la gloria
di Dio, vuole seguire Gesù attraverso la croce e la morte per giungere alla risurrezione?
La
libertà che ci ha donato Gesù Cristo è certamente libertà di spirito di fronte a
tante prescrizioni, alla lettera che uccide, ma è sopratutto libertà da se
stessi che fa scegliere l’ultimo posto, il servizio più umile e meno
appariscente, perché Dio sa e ama nel segreto. È libertà che fa preferire la
croce e il suo obbrobrio alla comodità purché sia onorato Dio.
Il
pagano cerca dei segni, il cristiano è colmato dal segno di Giona (Vangelo di oggi).
La scelta tra essere pagano ed essere cristiano è il nostro combattimento di ogni
giorno.
Prima Lettura Gal
4,22-24. 26-27.31; 5, 1
Non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Dalla lettera di san Paolo
apostolo ai Gàlati
Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa.
Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi. Sta scritto infatti:
«Rallégrati, sterile, tu che non partorisci,
grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell’abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito».
Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 112
Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa.
Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi. Sta scritto infatti:
«Rallégrati, sterile, tu che non partorisci,
grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell’abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito».
Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 112
Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
Dal sorgere del sole al suo
tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore,
nostro Dio,
che si china a guardare sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero.
Canto al Vangelo Sal 94
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 11, 29-32
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.
che si china a guardare sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero.
Canto al Vangelo Sal 94
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 11, 29-32
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
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