Il cieco di Gerico - Poussin. |
Dopo la richiesta
dei due fratelli, Giacomo e Giovanni, di avere i primi posti nel Regno di Gesù Messia
e la lite furibonda con gli altri discepoli che si sentono scavalcati, giungono
tutti insieme a Gerico. Ma da Gerico per salire verso Gerusalemme e quindi verso
la crocifissione e risurrezione, Gesù sembra ripartire da solo. Certo ci sono con
lui i discepoli e addirittura una folla numerosa, ma non lo seguono. Come nelle
nostre parrocchie e le nostre comunità: per anni stiamo in Chiesa, occupiamo
pure posti di responsabilità ma non seguiamo Gesù, aspettiamo ancora un Messia che
ci accontenti, che metta tutto a posto, che corrisponda alle nostre idee. Solo che
Gesù ha parlato chiaro: chi vuole essere grande tra voi si faccia il servo di tutti,
infatti il Messia non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita
in riscatto per tutti. Ed ecco che uno che ha ascoltato si sente soprafatto, non
capisce più nulla, si sente nel buio. Prima era tutto chiaro. Il modo di
comportarsi di Gesù, di parlare, di pregare, di fare guarigioni, tutto indicava
che era lui il Messia e si prospettava la vittoria del bene sul male, un’era di
pace e di libertà per il Popolo. Se invece va a Gerusalemme per essere crocifisso,
se essere il più grande è essere schiavo, che senso ha? Ecco, il cieco di
Gerico rappresenta i discepoli, rappresenta tutti noi. Anche perché si chiama
Bartimeo, “figlio dell’onore”, cioè è uno che finora cercava di essere onorato.
La preghiera di questo
cieco è costante e non si lascia scoraggiare dagli ostacoli interni ed esterni:
infatti molti (interni ed esterni) lo sgridavano per farlo tacere! Egli invoca Gesù
come Messia, anche se non lo comprende più perché si rivela diverso da quello che
si aspettava.
Quando Gesù lo fa
chiamare, egli fa una cosa straordinaria: butta il suo mantello e viene da Gesù.
E se non funziona, se Gesù non lo guarisce, come farà a ritrovare il suo mantello?
Perché non se lo porta dietro? Egli fa fiducia totale a Gesù, la ricerca della
luce è troppo vitale per essere condizionata da una comodità anche importante!
Ma c'è di più: il
mantello nell’antico testamento ha un grande valore simbolico. Rappresenta la personalità,
lo status sociale. Quando Elia chiama Eliseo a seguirlo come discepolo e futuro
profeta, gli getta sulle spalle il suo mantello (1 Re 19,19). Quando lo stesso Elia
è portato via sul carro di fuoco, Eliseo raccoglie il mantello che gli è caduto
e con questo divide le acque del Giordano per attraversare a piedi asciutti (2
Re, 13-14) (vedi anche Rut 3,9: Rut chiede a Booz di stendere il suo mantello
su di lei, 1 Sam 18,4: col suo mantello Gionata sigilla l’alleanza con Davide,
o ancora 1 Sam 24: quando Davide vuole dimostrare che poteva uccidere Saul gli
taglia un lembo del mantello, ecc.). Ebbene questo cieco butta la sua storia,
la sua personalità tutta, azzera le sue pretese umane, pur di aprirsi
totalmente a Gesù che, solo, può salvarlo.
Gesù gli chiede: “cosa
vuoi che io faccia per te?” È la stessa domanda che ha fatto a Giacomo e
Giovanni. Essi volevano i primi posti d’onore. Il cieco vuole solo vedere. Vedere
come la proposta di Gesù di essere grande attraverso il servizio senza condizioni,
addirittura farsi schiavo possa essere una proposta di salvezza.
Bartimeo viene illuminato
e non sta più soltanto con Gesù ma lo segue lungo la strada.
Impariamo da lui. Non
cerchiamo più di essere sopravvestiti come dice san Paolo ma spogliati e
rivestiti (2 Corinti 5,4). Buttare via se stessi, anche quando si è fatto una volta,
è un lavoro che si ripresenta ogni giorno, ma per quanto io l’abbia fatto poco,
posso dire che quando ho gettato via anche solo qualche lembo del mio mantello per
Gesù, dopo non ho mai avuto da pentirmi, anzi.
Vorrei dire qualcosa
che non intende calpestare la sofferenza di nessuno: Decidersi, “buttare il
mantello per Gesù” è l’atteggiamento migliore per un processo di guarigione in
tante depressioni, in tante difficoltà di ogni genere. Questo non esclude che segua
a questo un cammino progressivo che è proprio il “seguire Gesù lungo la strada”.
Prima Lettura Ger 31, 7-9
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
"Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele".
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
"Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele".
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore
ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra
le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci,
Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell'andare, se ne
va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda Lettura Eb 5, 1-6
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda Lettura Eb 5, 1-6
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.
Dalla lettera agli Ebrei
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek».
Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek».
Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mc 10, 46-52
Rabbunì, che io veda di nuovo!
Rabbunì, che io veda di nuovo!
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
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