B. Bartolo Long, fondatore di Pompei. |
Un
pensiero ecologico. Anche se le occasioni di meravigliarci si sono moltiplicate
con lo sviluppo della scienza, Dio non direbbe a Giobbe oggi “hai tu
considerato quanto si estende la Terra?”, perché ormai conosciamo le misure
della Terra. A noi invece dice: “visto che con l’intelligenza che vi ho dato
avete moltiplicato le vostre conoscenze e i mezzi di azione, perché distruggete
questo pianeta, perché le vostre dichiarazioni sulla preservazione dell’ambiente
come singoli e come comunità, come capi di nazione, rimangono pericolosamente
lettera morta? Convertitevi!”
Ma
anche in senso più largo, l’appello alla conversione che risuona nel Vangelo è altrettanto radicale. San
Francesco, forse commentando questi versi : “se
a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già
da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite”, diceva che se il più grande peccatore del mondo avesse ricevuto la metà delle grazie
che aveva ricevuto lui, ebbene, questi sarebbe santo il doppio di lui!
In
questo vediamo che il Vangelo non è una legge. Se lo fosse, san Francesco sarebbe
perso e tutti noi con lui.
Oggi
con intima gioia la Chiesa di Napoli ricorda il Beato Bartolo Longo, fondatore
del Santuario di Pompei. Entrato da giovane in una setta satanica ne uscì per la grazia che ebbe di continuare a
pregare ogni giorno il Santo Rosario. Fu una
lotta enorme che vinse perché si affidò totalmente al confessore, alla Chiesa. Da
lì, invece di ripiegarsi su se stesso, portò la preghiera e la carità nelle situazioni
che il Signore gli presentava. Quanto bene ha fatto quest’uomo, quanto bene hanno
fatto il Signore e la Madonna attraverso quest’uomo! Il bene della sua opera si
approfondì e perdurò nel tempo “grazie” a una calunnia, una palese ingiustizia
accettata con fede. Cosa successe? L’avvocato Bartolo Longo non teneva una
contabilità completa delle entrate e uscite finanziarie di Pompei. Fu accusato
dagli stessi domenicani che aveva portato lui al Santuario di sperperare i soldi
delle offerte, usandoli anche per spese personali. Il Papa credette alle accuse
e gli ritirò la gestione del Santuario di Pompei – dal quale venivano tutte le
offerte necessarie per il mantenimento delle opere, dell’orfanatrofio in
particolare. Il Longo capì con l’aiuto di un amico che fidarsi oltre il ragionevole
era la buona via. Bartolo Longo non protestò perché di mezzo c'era la
possibilità di esprimere al Signore la fiducia totale in Lui e in Pietro, nella
Chiesa. Chinò il capo. Non solo fu riabilitato in seguito, ma il Papa che,
assieme alla decisione di metterlo sotto tutela, aveva mandato un vescovo suo
delegato, lasciò per sempre alla testa del Santuario un vescovo facendo di Pompei
una Basilica Pontificia, com'è tutt’oggi. È la fede che cambia la Storia.
Prima Lettura Gb
38, 1. 12-21; 40, 3-5
Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?
Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?
Dal libro di Giobbe
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 138
Guidami, Signore, per una via eterna.
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 138
Guidami, Signore, per una via eterna.
Signore, tu mi scruti e mi
conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
Dove andare lontano dal tuo
spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali
dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Sei tu che hai formato i
miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere.
Canto al Vangelo Sal 94,8
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 10, 13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere.
Canto al Vangelo Sal 94,8
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 10, 13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
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