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mercoledì 3 ottobre 2018

PADRI SINODALI, LA CHIESA VI GUARDA CON FIDUCIA E AMORE / 3 ottobre, apertura del Sinodo

Apertura del Sinodo - foto AgenSir.


Oggi papa Francesco ha aperto il XV° Sinodo dei vescovi che tratterà il tema: i giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
I mesi precedenti sono stati turbolenti per la Chiesa e queste turbolenze o almeno le ferite, gli strascichi, dureranno a lungo. Dopo la pubblicazione del rapporto sulla pedofilia di consacrati e le negligenze o colpe di vescovi e superiori religiosi nello Stato di Pennsylvania, papa Francesco ha scritto a tutti i fedeli del mondo chiedendo una preghiera intensa associata al digiuno. Papa Francesco ha fiducia nell’unzione di Spirito Santo che è nel popolo fedele in forza del battesimo a condizione di viverlo con una fede viva, cioè in un processo continuo di conversione. Non odiare, non giudicare, ma amare di più, come Gesù ha amato. E quindi dalla penitenza trarre uno spirito nuovo per proteggere, per accompagnare, per accogliere, per vigilare,e  per distruggere il clericalismo che è alla radice di molti mali nella Chiesa, in particolare questo degli abusi sessuali, di coscienza e di potere.
Subito dopo c'è stato in Irlanda per l’Incontro Internazionale delle Famiglie, dove il tema degli abusi era doppiamente presente per le ombre di ciò era emerso alcuni anni prima sotto il pontificato di Papa Benedetto. L’ultimo giorno, un oscuro personaggio, ex membro della gerarchia vaticana, tramite stampa, ha chiesto le dimissioni di papa Francesco stesso, con tante accuse. Strano metodo da parte di uno che ha giurato fedeltà speciale al Papa, in quanto suo rappresentante. Ma sembra che lo spirito di fede sia ormai assente in più di uno. Un vescovo americano ha subito chiesto al Papa, sempre a mezzo stampa, di annullare il Sinodo perché i vescovi sarebbero ormai non credibili presso i giovani! Non esaudito, questo stesso vescovo sempre a mezzo stampa, ha pubblicato in questi giorni lo studio di un “noto e valido teologo americano” (senza dare il suo nome) che criticava severamente il testo preparatorio del Sinodo. Un gruppo di ricchissimi cattolici del “Center for Evangelical Catholicism”, ha cominciato a schedare ogni Cardinale elettore, assumendo anche poliziotti privati per spiarli. …   Cosa manca più?
A ragione papa Francesco ci ha chiesto di pregare specialmente per la difesa della Chiesa da Satana e metterla sotto il manto della Madonna.
A questo punto, inizia il Sinodo dei giovani. Cosa sarà? Un passaggio dello Spirito Santo. 
Voglio a breve raccontare alcuni episodi più forti della Storia della Chiesa, per incoraggiarci in questi tempi in cui le persone con fede debole, le persone con la tendenza a credere alle maldicenze e a ripeterle possono cadere nei lacci del demonio. Mai la Chiesa è scomparsa, malgrado crisi molto più gravi nel corso dei secoli. Come ha scritto un vescovo francese: il Vangelo sempre annunciato e sempre tradito. Ma non tutto è marcio e se ho incontrato Cristo risorto che ha offerto la sua vita sulla croce per l’umanità e in particolare per i suoi discepoli più stretti, so benissimo ciò che devo fare.

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Basilica Vaticana
Mercoledì, 3 ottobre 2018

«Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,26).
In questo modo così semplice, Gesù offre ai suoi discepoli la garanzia che accompagnerà tutta l’opera missionaria che sarà loro affidata: lo Spirito Santo sarà il primo a custodire e mantenere sempre viva e attuale la memoria del Maestro nel cuore dei discepoli. È Lui a far sì che la ricchezza e bellezza del Vangelo sia fonte di gioia e novità costanti.
All’inizio di questo momento di grazia per tutta la Chiesa, in sintonia con la Parola di Dio, chiediamo con insistenza al Paraclito che ci aiuti a fare memoria e a ravvivare le parole del Signore che facevano ardere il nostro cuore (cfr Lc 24,32). Ardore e passione evangelica che generano l’ardore e la passione per Gesù. Memoria che possa risvegliare e rinnovare in noi la capacità di sognare e sperare. Perché sappiamo che i nostri giovani saranno capaci di profezia e di visione nella misura in cui noi, ormai adulti o anziani, siamo capaci di sognare e così contagiare e condividere i sogni e le speranze che portiamo nel cuore (cfr Gl 3,1).
Che lo Spirito ci dia la grazia di essere Padri sinodali unti col dono dei sogni e della speranza, perché possiamo, a nostra volta, ungere i nostri giovani col dono della profezia e della visione; ci dia la grazia di essere memoria operosa, viva, efficace, che di generazione in generazione non si lascia soffocare e schiacciare dai profeti di calamità e di sventura né dai nostri limiti, errori e peccati, ma è capace di trovare spazi per infiammare il cuore e discernere le vie dello Spirito. È con questo atteggiamento di docile ascolto della voce dello Spirito che siamo convenuti da tutte le parti del mondo. Oggi, per la prima volta, sono qui con noi anche due confratelli Vescovi dalla Cina Continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: la comunione dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza.
Unti nella speranza cominciamo un nuovo incontro ecclesiale capace di allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 49).
La speranza ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del “si è sempre fatto così”, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano. La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi.
I giovani, frutto di molte delle decisioni prese nel passato, ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno e a lottare contro ciò che in ogni modo impedisce alla loro vita di svilupparsi con dignità. Essi ci chiedono ed esigono una dedizione creativa, una dinamica intelligente, entusiasta e piena di speranza, e che non li lasciamo soli nelle mani di tanti mercanti di morte che opprimono la loro vita e oscurano la loro visione.
Questa capacità di sognare insieme, che il Signore oggi regala a noi come Chiesa, esige – secondo quanto ci diceva San Paolo nella prima Lettura – di sviluppare tra di noi un atteggiamento ben preciso: «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,4). E nel contempo punta più in alto chiedendo che con umiltà consideriamo gli altri superiori a noi stessi (cfr v. 3). Con questo spirito cercheremo di metterci in ascolto gli uni degli altri per discernere insieme quello che il Signore sta chiedendo alla sua Chiesa. E questo esige da noi che stiamo attenti e badiamo bene che non prevalga la logica dell’autopreservazione e dell’autoreferenzialità, che finisce per far diventare importante ciò che è secondario e secondario ciò che è importante. L’amore per il Vangelo e per il popolo che ci è stato affidato ci chiede di allargare lo sguardo e non perdere di vista la missione alla quale ci chiama per puntare a un bene più grande che gioverà a tutti noi. Senza questo atteggiamento, tutti i nostri sforzi saranno vani.
Il dono dell’ascolto sincero, orante e il più possibile privo di pregiudizi e condizioni ci permetterà di entrare in comunione con le diverse situazioni che vive il Popolo di Dio. Ascoltare Dio, per ascoltare con Lui il grido della gente; ascoltare la gente, per respirare con essa la volontà a cui Dio ci chiama (cfr Discorso nella veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia, 4 ottobre 2014).
Questo atteggiamento ci difende dalla tentazione di cadere in posizioni eticistiche o elitarie, come pure dall’attrazione per ideologie astratte che non corrispondono mai alla realtà della nostra gente (cfr J.M. Bergoglio, Meditaciones para religiosos, 45-46).
Fratelli, sorelle, poniamo questo tempo sotto la materna protezione della Vergine Maria. Che lei, donna dell’ascolto e della memoria, ci accompagni a riconoscere le tracce dello Spirito affinché con premura (cfr Lc 1,39), tra i sogni e speranze, accompagniamo e stimoliamo i nostri giovani perché non smettano di profetizzare.
Padri sinodali,
molti di noi eravamo giovani o muovevamo i primi passi nella vita religiosa mentre terminava il Concilio Vaticano II. Ai giovani di allora venne indirizzato l’ultimo messaggio dei Padri conciliari. Ciò che abbiamo ascoltato da giovani ci farà bene ripassarlo di nuovo con il cuore ricordando le parole del poeta: «L’uomo mantenga quello che da bambino ha promesso» (F. Hölderlin).
Così ci parlarono i Padri conciliari:
«La Chiesa, durante quattro anni, ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio Fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa imponente “revisione di vita”, essa si volge a voi: è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire. La Chiesa è desiderosa che la società che voi vi accingete a costruire rispetti la dignità, la libertà, il diritto delle persone: e queste persone siete voi. […] Essa ha fiducia […] che voi saprete affermare la vostra fede nella vita e in quanto dà un senso alla vita: la certezza della esistenza di un Dio giusto e buono.
È a nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù che noi vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad intendere l’appello dei vostri fratelli, e a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate di dare libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!» (Paolo VI, Messaggio ai giovani al termine del Concilio Vaticano II, 8 dicembre 1965).
Padri sinodali, la Chiesa vi guarda con fiducia e amore.


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