Transito di San Francesco - Giotto. |
Dopo una notte difficile, in cui si temette per la sua vita, san Francesco, ormai prossimo alla morte e pressato dai suoi frati, dettò un testamento spirituale di pochi righi, detto
Testamento di Siena. Poi, nei mesi successivi, compose il testo che troviamo
sotto. San Francesco vi ricorda gli inizi del suo incontro con il Cristo Vivente e
i pilastri della sua gioiosa e feconda esperienza. Ma non solo. Comprendiamo tra
le righe che i tempi erano difficili per la Chiesa, con molti movimenti
contestatari dentro e fuori da essa, spesso causati dagli scandali che dava. Anche la vitalità della Fraternità da lui
ricevuta dal Signore non era senza episodi movimentati e persone agitate. Non deve quindi sorprendere
la sua fermezza nel vigilare e far vigilare sulla fedeltà dei suoi frati non solo
all’osservanza della Regola evangelica promessa ma anche alla Chiesa Cattolica,
alla sua autorità e al suo insegnamento.
Forte del suo reale successo, Francesco poteva infatti far sentire la sua
voce e cercare di imporre ai più alti livelli la sua presenza e le sue vedute. Ma
sarebbe stato un altro tipo di clericalismo, un “clericalismo laicale”, peggiore
del precedente. Se abbatti un cattivo Cesare e ti metti al suo posto non hai
risolto nulla. Sei diventato tu Cesare e forse sarai peggiore del precedente. Non
è la via di Cristo e della Madonna. Il Vangelo ce lo ripete continuamente in questi
giorni a Messa: il più grande è colui che si fa l’ultimo e il più piccolo, colui che si fa servo obbediente.
San Francesco ci insegni la via. Anzi, ce la insegni Dio stesso, nostro
Creatore che ci ha plasmati a sua immagine e che in Cristo Crocifisso e Risorto si è fatto Via
Verità e Vita, unico Mediatore tra Dio e gli uomini e che ci chiama a
conversione.
TESTAMENTO DI SAN FRANCESCO (1226)
Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far
penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere
i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia.
E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza
di anima e di corpo.
E il Signore mi dette tanta fede nelle
chiese, che così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore
Gesù Cristo, in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo,
poiché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Poi il Signore mi dette e mi dà tanta fede
nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a causa del
loro ordine, che se mi dovessero perseguitare voglio ricorrere ad essi.
E se io avessi tanta sapienza, quanta ne
ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle
parrocchie dove abitano, non voglio predicare contro la loro volontà.
E questi e tutti gli altri voglio temere,
amare e onorare come miei signori, e non voglio in loro considerare il peccato,
poiché in essi io vedo il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo
perché, dell’altissimo Figlio di Dio nient’altro io vedo corporalmente, in
questo mondo, se non il santissimo corpo e il sangue suo che essi soli
consacrano ed essi soli amministrano agli altri.
E questi santissimi misteri sopra ogni
cosa voglio che siano onorati, venerati e collocati in luoghi preziosi.
E dovunque troverò i nomi santissimi e le
sue parole scritte in luoghi indecenti, voglio raccoglierle, e prego che siano
raccolte e collocate in un luogo decoroso.
E dobbiamo onorare e rispettare tutti i
teologi e coloro che annunciano la divina parola, così come coloro che ci danno
lo spirito e la vita.
E dopo che il Signore mi donò dei frati,
nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che
dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io con poche parole e
semplicemente lo feci scrivere e il signor Papa me lo confermò.
E quelli che venivano per ricevere questa
vita, davano ai poveri tutte quelle cose che potevano avere; ed erano contenti
di una sola tonaca rappezzata dentro e fuori, quelli che volevano, del cingolo
e delle brache. E non volevamo avere di più.
E dicevamo l’ufficio, i chierici come gli
altri chierici; i laici dicevano i Pater noster; e assai volentieri
rimanevamo nelle chiese. Ed eravamo illetterati e soggetti a tutti. E io
lavoravo con le mie mani e voglio lavorare, e tutti gli altri frati voglio che
lavorino di lavoro quale si conviene all’onestà. Coloro che non sanno,
imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro, ma per
dare l’esempio e tener lontano l’ozio. Quando poi non ci fosse data la
ricompensa del lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore chiedendo l’elemosina
di porta in porta.
Il Signore mi rivelò che dicessi questo
saluto: Il Signore ti dia pace.
Si guardino i frati di non accettare
assolutamente chiese, povere abitazioni e quanto altro viene costruito per
loro, se non siano come si addice alla santa povertà, che abbiamo promesso
nella Regola, sempre ospitandovi come forestieri e pellegrini.
Comando fermamente per obbedienza a tutti
i frati che, ovunque sono, non osino chiedere lettera alcuna nella curia romana
direttamente o per mezzo di interposta persona, né per le chiese, né per altri
luoghi, né per motivo della predicazione, né per la persecuzione dei loro
corpi, ma, dove non saranno ricevuti, fuggano in altra terra a far penitenza
con la benedizione di Dio.
E fermamente voglio obbedire al ministro
generale di questa fraternità e a quel guardiano che gli piacerà di darmi. E
così io voglio essere schiavo nelle sue mani che non possa andare e fare oltre
l’obbedienza e la sua volontà, poiché egli è mio signore. E sebbene sia
semplice ed infermo, tuttavia voglio sempre avere un chierico che mi reciti
l’ufficio, così come è detto nella Regola.
E tutti gli altri frati siano tenuti ad
obbedire così ai loro guardiani e a recitare l’ufficio secondo la Regola. E se
si trovassero dei frati che non recitano l’ufficio secondo la Regola o
volessero comunque variarlo, o non fossero cattolici, tutti i frati, ovunque
sono, siano tenuti per obbedienza, appena trovato uno di essi, a consegnarlo al
custode più vicino al luogo dove l’avranno trovato. E il custode sia tenuto
fermamente per obbedienza, a custodirlo severamente come un uomo in prigione,
giorno e notte, così che non possa essergli tolto di mano, finché personalmente
lo consegni nelle mani del suo ministro.
E il ministro sia tenuto fermamente per
obbedienza a farlo scortare per mezzo di frati che lo custodiscano giorno e
notte come un prigioniero, finché non lo consegnino al cardinale di Ostia, che
è signore, protettore e correttore di tutta la fraternità.
E non stiano a dire i frati che questa è
un’altra Regola; poiché questa è un ricordo, un’ammonizione, una esortazione e
il mio testamento che io frate Francesco poverello faccio a voi, fratelli miei
benedetti, perché osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso
al Signore.
E il ministro generale e tutti gli altri
ministri e custodi per obbedienza siano tenuti a non aggiungere e a non
togliere niente a queste parole.
E sempre tengano con sé questo scritto
insieme con la Regola. E in tutti i capitoli che fanno, quando leggono la
Regola, leggano anche queste parole. E a tutti i miei frati, chierici e laici,
comando fermamente per obbedienza che non aggiungano spiegazioni alla Regola e
a queste parole dicendo: Così si devono intendere; ma come il Signore mi ha
dato di dire e di scrivere la Regola e queste parole con semplicità e purezza,
così semplicemente e senza commento dovete comprenderle e santamente osservarle
sino alla fine.
E chiunque osserverà queste cose, sia
ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ripieno
della benedizione del diletto Figlio suo col santissimo Spirito Paraclito e con
tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. Ed io, frate Francesco, il più
piccolo dei frati, vostro servo, come posso, confermo a voi dentro e fuori
questa santissima benedizione. Amen.
Grazie a Fra Emanuele della vergine Maria, francescano dell ordine dei frati minori rinnovati Dio mi ha concesso la grazia di fare un incontro vivo con il suo figlio Gesù Cristo attraverso lo spirito Santo,Grazie a San Francesco!!!
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