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domenica 3 novembre 2024

TRE DOMANDE SULLE LETTURE DI QUESTA DOMENICA / XXXI DOM T.O., B, 2024




Come comprendo i comandamenti di Dio? Davvero osservarli produce ciò che Dio mi annuncia nella prima lettura: lunga vita, felicità, fecondità e prosperità? Dio ha ragione, oppure è meglio una posizione ambigua per essere felici, o ancora, se non fosse vietato, spesso il peccato sarebbe la migliore soluzione?

Dalla seconda lettura un’altra domanda: prima di Gesù ci sono stati molti sacerdoti. E dopo Gesù, quanti? - Rispondi: “E come si fa a contarli?” 

La risposta è : dopo Gesù, nessun nuovo sacerdote! L’unico sacerdote è “Cristo, poiché resta per sempre”. Quelli che chiamiamo un po' abusivamente ‘sacerdoti’ sono presbiteri, che hanno ricevuto uno spirito da anziani o ‘presbiteroi’, cioè uno spirito di saggezza . È tutta la comunità dei battezzati che, essendo corpo di Cristo in forza del battesimo, esercita in lui il sacerdozio comune. Il Presidente dell’Assemblea eucaristica che esercita il sacerdozio ministeriale parla per tutti quando dice: “ti rendiamo grazie perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale” (Preghiera eucaristica II). È importante che ogni battezzato prenda coscienza di essere Chiesa, di essere, in Cristo, sacerdote, re e profeta. A 60 anni dal Concilio Vaticano II molti non lo sanno o non ne conoscono il significato.

Dal Vangelo ancora una domanda. Perché Gesù, “vedendo che egli aveva risposto saggiamente, disse (allo scriba): «Non sei lontano dal regno di Dio»”.?

È perché quest’uomo non è ancora perfetto, o perché la sua risposta è insufficiente? Scartiamo subito la prima ipotesi. Saremo perfetti solo in paradiso. Ma perché la risposta dello scriba sarebbe insufficiente se riprende le stesse parole di Gesù? Gesù chiarisce ciò che i suoi ascoltatori sanno già: tra i comandamenti che avete ricevuto i più importanti sono… . Ma un giorno egli dirà: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.” (Giovanni 13, 34). Gesù vuole farci passare dal  ‘io’ come misura e punto di riferimento (“Con tutto il tuo cuore…”, “Come te stesso”) a ‘Gesù’ come misura e sorgente. Se non mi lascio amare da Gesù, se non mi apro a lui come sorgente, mai potrò amare come lui. Se non c'è un cuore a cuore con il Signore, un lasciarsi guidare passo passo, una preghiera viva e costante, non prenderò mai Gesù come punto di riferimento e sorgente, ma solo me stesso; sarò fermo e non in cammino scrivendo assieme a Gesù una storia mai raccontata. 

E tu, non sei lontano dal Regno di Dio oppure sei già, benché imperfetto, in esso?


Prima Lettura Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.

Dal libro del Deuteronòmio Dt 6,2-6

 Mosè parlò al popolo dicendo:

«Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.

Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.

Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».  Parola di Dio.


Salmo Responsoriale Dal Sal 17 (18)  R. Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore. R.

 Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio  baluardo. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. R.

 Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato. R.


Seconda Lettura  Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.

Dalla lettera agli Ebrei Eb 7,23-28

Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.

Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso.

La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre. Parola di Dio.


Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23) Alleluia.

Vangelo Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,28b-34

 In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore.


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