Visualizzazioni totali

mercoledì 27 novembre 2024

ABBIAMO DIMENTICATO IL CONCILIO (IN GRAN PARTE).



Un nostro grande amico, archivista della Diocesi di Pozzuoli, racconta: quasi 100 anni dopo la chiusura del Concilio di Trento, arrivò un nuovo vescovo a Pozzuoli, pieno di zelo e formato sui decreti del Concilio, che chiedeva tra altri la creazione di seminari per la formazione dei preti. Non trovando nessun seminario si meravigliò. I preti gli risposero: “seminario? che cos'è? perché bisogna farlo?” - Lo vuole il Concilio di Trento - “Concilio di…? Ah sì, quel Concilio... Ma è vecchio ormai, è superato!". 

Sta succedendo più o meno la stessa cosa col Concilio Vaticano II (1962-65) anche se Giovanni Paolo II ha affermato, oltre il bene che gli ha fatto personalmente, che fu la più grande grazia spirituale ricevuta dalla Chiesa nel secolo XX. Molte persone in parrocchia, specie i giovani, non sanno nemmeno che c'è stato. L'importante è comunque che sia applicato in tutto nella nostra vita parrocchiale e diocesana. 

Al tempo di Papa Benedetto sembrava che si volesse tornare indietro, cancellare il Concilio. Fu subito chiaro che Francesco l’avrebbe difeso meglio del suo predecessore. Certo aveva pienamente ragione Papa Benedetto nel ricordare che la Chiesa è Una e che, quindi, né è iniziata nel 1962 col Concilio, come se tutto fosse sbagliato prima, né è morta allora, essendo tutto sbagliato dal Concilio in poi. L’esempio citato sopra, fa capire che ogni Concilio trova resistenze, fino al punto, per alcuni, di rimanere lettera morta. Non poteva essere diversamente per il Vaticano II. Una delle difficoltà è stata fin dall’inizio una conoscenza deformata attinta dai Media. I giornalisti non sono abitualmente né teologi, né fedeli della Chiesa e dovendo scrivere in fretta, non approfondiscono i documenti e le motivazioni alla base di certe decisioni. 

Non a caso l'allora Karol Wojtyla, per 7 anni ha voluto incontri a Cracovia affinché tutti potessero conoscere il pensiero del Concilio. San Romero consacrava un giorno al mese per studiare i documenti del Concilio con altri preti. 

È ciò che Papa Francesco ha proposto nel 2023 a tutti i credenti per crescere nella fede: prepararsi al Giubileo riprendendo i testi del Concilio. Il Dicastero per l’Evangelizzazione ha voluto una collana “Giubileo 2025 - Quaderni del Concilio” affinché “Vescovi, sacerdoti, famiglie trovino le forme più adeguate per rendere attuale l’insegnamento dei Padri conciliari”. Il Concilio Vaticano II, sessant’anni fa “ha permesso alla Chiesa di ringiovanire il suo volto e presentarsi ancora una volta al mondo come portatrice di un Messaggio che travalica ogni confine”, scrive il Papa. “Il Vangelo di Gesù Cristo, infatti, è un annuncio talmente universale che non può trovare limiti”. “Il Vaticano II, nelle sue quattro Costituzioni ha impresso un nuovo sviluppo all’insegnamento bimillenario della Chiesa, permettendo che il futuro potesse essere illuminato dalla profondità e intensità di questo magistero”. “È tempo di riscoprire la bellezza di tale insegnamento, che ancora oggi provoca la fede dei cristiani e li chiama ad essere più responsabili e presenti nell’offrire il proprio contributo per la crescita dell’umanità intera”. Ecco le parole di Paolo VI nell’omelia della settima sessione del Concilio: “La Chiesa vive! Eccone la prova; eccone il respiro; la voce, il canto. La Chiesa vive! [...] La Chiesa pensa, la Chiesa parla, prega, la Chiesa cresce, la Chiesa si costruisce. […] Da Cristo viene la Chiesa, a Cristo va; e questi sono i suoi passi, gli atti cioè con cui essa si perfeziona, si conferma, si sviluppa, si rinnova, si santifica. … per amore a Cristo Signore”. Sono parole che “ci spronano oggi a considerare l’importanza dell’insegnamento conciliare”, scrive Papa Francesco. “Riprendere tra le mani quei testi è segno della vivacità e fecondità della Chiesa; il rinnovamento delle comunità e l’impegno di conversione pastorale passa necessariamente dal fare nostra la lezione del Vaticano II”.

Le “tappe fondamentali” da percorrere “perché la Chiesa sappia e dimostri di essere viva, di rinnovarsi e perfezionarsi nel suo cammino di santificazione”sono “la centralità della Parola di Dio, fondamento della rivelazione cristiana; il rinnovamento della liturgia, espressione del servizio sacerdotale di tutti i battezzati; la consapevolezza di essere il Popolo di Dio in cammino verso la Gerusalemme celeste; l’esigenza di condividere le gioie e le speranze di tutta l’umanità e soprattutto dei poveri”.

In parrocchia e in diocesi questo invito sembra essere passato sotto silenzio. Ma non è mai troppo tardi per avvicinare un tale tesoro, magari usando i sussidi del Dicastero, “agili ed efficaci”, che ripercorrono i temi fondamentali delle quattro Costituzioni conciliari. Letti e approfonditi potranno portare “buoni frutti per il rinnovamento delle nostre comunità”.


Nessun commento:

Posta un commento