Di qualcuno di cui non si conosce il padre si dice “Figlio di NN”. Questa persona è viva, la sua vita ha valore, ha un padre che l’ha generata ma non lo conosce. Si sa che in genere è una grandissima sofferenza, anche se grazie a Dio ci sono situazioni in cui l’amore di altre persone compensano questo vuoto.
Dicevano i primi cristiani: "nessuno nasce senza un padre e una madre. Nessuno può essere cristiano senza Dio per Padre e la Chiesa per Madre". Si dice quindi di noi battezzati che siamo figli di Dio, Dio è nostro/mio Padre. Prego il Padre nostro. Il segreto della mia identità profonda, di quello che sono realmente, è nel Padre che mi ha generato. Ma se non conosco questo Padre, chi sono io?
Non sono forse tanti i battezzati che sono in realtà dei “Figli di NN”, figli di Padre sconosciuto? Per non dire figli di Madre sconosciuta e talvolta disconosciuta per il loro prendere le distanze dalla Chiesa, criticarla e lacerarla... Andrebbe sviluppato anche questo aspetto ma ognuno può già rifletterci da solo.
Con Dio però c'è un problema: “Dio nessuno lo ha mai visto” (Giovani 1,18). È vero, ma “il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.” (id.)
Quindi non conoscere Gesù significa non conoscere Dio mio/nostro Padre. E come lo conoscerò se nessuno me lo annuncia? Se nessuno mi dice che è necessario obbedire al Figlio ("Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui". (Giovanni 3, 36). Ma sembra che abbiamo tendenza a non volerlo conoscere, o non “conoscerlo troppo”. Altri vogliono usare a modo loro la Parola del Vangelo per giustificarsi. Questa ignoranza voluta o meno fa comunque del battezzato un ““Figlio di NN”, e molto facilmente una persona ingannata che, mentre dice che è Figlio di Dio, che ha Dio per Padre, Gesù gli rivela che è ancora molto lontano da questo (Giovanni 8, in particolare 8,41-44). Gesù ha l’audacia di dire a “coloro che avevano creduto in lui” nella sequenza drammatica dell’applicazione feroce della legge di Mosè contro la donna adultera, che hanno un altro padre, il diavolo. Questa rivelazione di Gesù ci fa freddo nella schiena e ci interroga tutti, ci fa dire con gli apostoli nell'Ultima Cena: "Sono forse io Signore"?. Evidentemente chi segue Gesù in buona fede e medita nel suo cuore le sue parole non deve temere nulla anche se non è ancora capace di cibo solido. La fede genera in noi un processo di santificazione progressiva che dura tutta la vita. Ma non dobbiamo nascondere dietro questa realtà i nostri rifiuti di convertirci.
Ci rendiamo conto quindi quanto è importante conoscere il Vangelo col cuore, metterlo alla prova nella nostra vita, lasciarci rigenerare davvero. Per avere Dio per Padre bisogna rinascere. Rinunciare a Satana e alle sue opere e rinascere in Cristo.
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