Leggendo tutto il capitolo 17 del primo libro dei Re comprendiamo meglio la storia della vedova e di Elia nella prima lettura di oggi (XXXII Dom. T.O.). Gezabele moglie di Acab re di Samaria diffonde tra la corte e il popolo i culti pagani, distogliendo Israele dall'Alleanza con il Dio dei Padri. Questi idoli pagani sono principalmente culti della fecondità, devono propiziare buoni raccolti, greggi sani e numerosi. Ecco perché Elia profetizza che non pioverà più fino a quando egli lo dirà. Si vedrà allora se questi dèi sono capaci di dare buoni raccolti. E la sua parola si realizza: non piove più e comincia un periodo di sofferenza enorme per il popolo, specialmente i più poveri. Tra questi c'è una giovane vedova con un bambino. Abita a Sarepta una cittadina fenicia, quindi pagana, ma colpita anch’essa dalla siccità. Il raccolto è magrissimo, il secondo anno è peggio e i più fragili cominciano a morire assieme al bestiame che, senza erba, d’estate mangia le foglie degli alberi ma d’inverno non ha nulla. Questa vedova e suo bambino dovevano soccombere tra i primi. Invece lei lotta per la vita, risparmia, organizza, rinuncia a tutto ciò che può per proteggere il figlio. Ma arriva la fine. Lei non si arrende, prepara ancora l’ultimo cibo di cui dispone. È allora che arriva Dio attraverso il profeta Elia. Si è sparsa la voce della profezia di Elia anche nelle regioni intorno ma non lo conosce. Comprende però che le parla un uomo di Dio. Egli ha sete e non si rifiuta l’acqua a chi ha sete. Egli ha fame, e non si rifiuta un pezzo di pane al viaggiatore. Purtroppo non ha nulla, eppure condivide quel nulla. Potrebbe essere arrabbiata, giudicare quell’uomo di Dio che non è capace con tutta la sua preghiera di cambiare le cose, essere disperata e ripiegata, aggrappata alla sua ultima “ricchezza” e rifiutare. La fine del Capitolo 17 mostra che la sua fede nel profeta non è immediata. Ha imparato dalla sua vita difficile quanto costa una mancanza di vigilanza e valuta con diffidenza le situazioni e le persone. Anche se la promessa di Elia le tocca il cuore, credo che il suo atteggiamento sia autentica generosità, quella di chi conosce la fame e si immedesima nel suo simile in difficoltà.
Ed ecco che mangiano tutti, pure gli altri suoi parenti. Risparmio e responsabilità sono la base della sua generosità. Spesso le persone più generose sono i poveri. Perché sanno di non essere padroni della propria vita, ed essendo di passaggio, la solidarietà è un dovere naturale dell’uomo. Questa donna non ha risolto il problema della siccità, ma, difendendo la vita, la sua lotta ha salvato più persone.
Oggi, vediamo nel mondo comportamenti insensati, diabolici: potenti che per progetti di potere scatenano guerre che uccidono persone e ambiente, distruggono il futuro. Poi ci siamo noi, piccoli. Ma ognuno al suo posto può lottare fino in fondo con tenacia e misericordia, salvare qualche vita, permettere a Dio di abitare questo mondo attraverso i suoi figli, come lo desidera, e quindi salvare anche il futuro dell’umanità e del pianeta. Se Dio vede un cuore docile, il resto lo fa lui.
Prima Lettura La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elìa.
Dal primo libro dei Re 1Re 17,10-16
In quei giorni, il profeta Elìa si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elìa le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"».
Quella andò e fece come aveva detto Elìa; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elìa. Parola di Dio.
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