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lunedì 27 luglio 2020

I LAICI POSSONO ACCOMPAGNARE I FUNERALI E BENEDIRE LE NOZZE; QUALE NOVITA'?



È stata appena pubblicata una Istruzione su  “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” a cura della Congregazione per il Clero. Vale la pena rileggerla con calma insieme per trarne tutti gli stimoli positivi che ci aiuteranno nel nostro cammino di comunità cristiana. Ma subito, i titoli dei giornali hanno turbato molti facendo credere che tutto stesse cambiando nella Chiesa. Invece, a leggere il documento, ci accorgiamo che non cambia nulla sul piano giuridico. Dice invece della necessità di venire incontro alle persone che vivono in una società in movimento, e di non rinchiudersi in schemi ripetitivi che non riescono più a portare la Forza della Buona Notizia. Quindi, auspicando che si inventino nuove forme, raccomanda di usare soluzioni che non sono nuove, ma che finora tra noi sono state inutilizzate, perché ignorate oppure non necessarie. Vediamo due punti.
La celebrazione dei funerali. La prima volte che ho visto un’equipe di laici guidare un funerale fu nel 1997 in Francia. Il parroco aveva 22 villaggi da servire e il suo predecessore, molto stimato dai fedeli, riceveva solo a casa per la cattiva salute. Cosa avrebbe dovuto fare il parroco? Ma, da allora, la celebrazione di funerali guidata da laici è diventata comune anche nella mia zona di origine. E non c'è solo la Francia o i nostri paesi occidentali. Prendiamo il caso di una diocesi del Congo di 700.000 abitanti con solo 22 preti, cioè circa un prete ogni 30.000 persone, mentre in Italia abbiamo in media un prete per 1.700 persone. Potremmo in coscienza, perché “manchiamo di preti” come ci si lamenta, trattenere uno di questi preti in Italia? Alla conclusione del Sinodo per l’Amazzonia papa Francesco stesso ha sottolineato che troppi preti del Sud del mondo vogliano andare nei paesi dell’Occidente ricco piuttosto che servire i loro popoli. In ogni caso l'opera più estesa dei laici è indispensabile.
Ad eccezione del battesimo e del matrimonio, i sacramenti possono essere celebrati solo dai preti. Riguardo ai sacramenti un diacono infatti può fare, in modo ordinario e solenne, solo ciò che ogni laico può fare in casi straordinari, cioè in assenza del ministro ordinario e in caso di necessità, e senza la forma solenne. Il diacono non celebra l’Eucaristia ma serve all’altare. Ma abbiamo da tempo i ministri straordinari che portano la comunione ai malati. Sono laici e non ministri ordinati. Sono indispensabili e ormai tutti lo trovano normale. I diaconi battezzano i bambini nella Chiesa con tutta la solennità. Le levatrici sanno che, in caso di pericolo di morte possono battezzare un bambino. Lo può fare addirittura un non battezzato se vuole fare ciò che fa la Chiesa. Ma solo il prete e il vescovo possono cresimare, celebrare l’Eucaristia, dare l’assoluzione e l’Olio degli Infermi, imporre le mani per ordinare preti e diaconi. Per cui i preti sono necessari e il problema delle vocazioni è un problema molto serio.
Il funerale invece non è un sacramento. È una riunione di preghiera intensa da parte dei familiari e degli amici, della comunità, attorno a chi è stato chiamato dal Signore e rende conto della sua vita.
Il matrimonio invece è un sacramento, ma ministri del matrimonio sono gli stessi sposi attraverso lo scambio dei consensi. Il prete o il diacono non dona il sacramento del matrimonio agli sposi ma benedice soltanto le loro nozze, ricevendo ufficialmente il loro consenso come testimone, assieme ai testimoni scelti dagli sposi. Infatti siamo già abituati a vedere dei matrimoni “celebrati”, cioè benedetti, da diaconi e nessuno ci trova da ridire. Però questa possibilità, proprio per la natura stessa del sacramento del matrimonio esiste da sempre. Durante la seconda guerra mondiale, per colpire i sentimenti religiosi della popolazione cattolica, il feroce governatore nazista della Polonia aveva vietato di celebrare i matrimoni ai preti. I vescovi non si sono persi d’animo e hanno delegato (siamo nel 1941!) dei laici per benedire e registrare i matrimoni, che si sono così celebrati con piena validità, nelle case.
Quindi nulla di nuovo in questa Istruzione sotto un certo aspetto. La novità molto seria è che il Papa spinge ad una necessaria apertura di mentalità di tutti noi per rispondere in modo conforme al Vangelo alle condizioni di vita nuove delle persone di oggi, e in particolare portare la Buona Notizia di Gesù risorto a tutti, vicini e lontani.

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