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lunedì 9 ottobre 2017

PURE GESU' CRITICA I SACERDOTI! / lunedì XXVII° sett. T.O.

Il Buon Samaritano - P. Rupnik, cappella del Santissimo,
Cattedrale di Madrid "Almuneda".
Inizia la lettura del libro di Giona. La chiave è la lamentela di Giona nei confronti di Dio perché, a suo dire, Egli è troppo misericordioso, non capisce che il manganello serve: ne colpisce uno per educarne 100!

Il Vangelo di oggi riporta la parabola del Buon Samaritano. Gesù, sulla base della legge critica i sacerdoti e i leviti e loda un samaritano. La gente critica i preti, gli evangelisti e i testimoni di Geova criticano i preti, papa Francesco critica i preti. Non se ne può più. Ecco che pure Gesù si accoda! Veramente Gesù ha preceduto tutti questi ultimi, benché non abbia inventato nulla: prima di lui i profeti avevano criticati i sacerdoti del tempio e i cattivi pastori, e dopo di lui, sant’Agostino per citare solo un nome ha scritto un commento molto forte sul “discorso contro i pastori” di Isaia.
Gesù non critica i sacerdoti come tali, né loda i samaritani come tali. È quello che vogliono far credere i conservatori. Gesù dice che nulla conta se non hai carità, se non sei una Chiesa in uscita a 360 gradi (in modo cattolico, cioè senza barriere, universale). San Paolo (beh da lui ci si può aspettare di tutto!) fa la stessa cosa, arrivando a dire: anche se avessi un bagaglio di scienza maggiore di tutti, conoscendo tutti i misteri e tutta la conoscenza, se non ho carità non sono nulla (vd. 1 Corinti 13).


Come vorrei invece che il mio bagaglio di studi fosse un titolo definitivo nel mio rapporto col Signore e nella Chiesa! Sarei più tranquillo, io che sono stato 25 anni sui “banchi della scuola” di cui 13 anni di università (laica poi ecclesiastica), senza essere mai bocciato … ed ecco che tutto questo “a nulla mi giova”!?!?  Madre Teresa che aveva studiato pure lei ed era inizialmente una brava insegnante di ragazze per bene, va a finire in mezzo agli ultimi e, continuando a correre di qua e di là a 90 anni passati dice: “l’unica valigia che mi porterò da questa terra è quella della carità!” C'è una sola conclusione: Gesù vuole distruggere la Chiesa e odia l’Occidente e le sue radici cristiane!

A parte di scherzi, notiamo che il sacerdote e il levita della parabola si sentono scusati perché hanno impegni improrogabili che esigono tra l’altro una purità rituale che il contatto con un eventuale cadavere comprometterebbe. Non possono occuparsi di questo tizio in mezzo alla strada, dispiace ma non si può fare tutto, lo faccia un altro! Anche il samaritano aveva cose da fare e, guarda un po’, pur avendo compassione di questo sconosciuto, riesce a portare a termine i suoi impegni, riparte l’indomani per il suo viaggio, non rimane bloccato nell’albergo.
Penso che devo aggiungere al mio bagaglio di studi questa materia della carità del samaritano che non stava assolutamente prevista nei miei curriculum di amministrazione delle imprese.


Prima Lettura   Gn 1, 1 - 2, 1. 11
Giona invece si mise in cammino per fuggire lontano dal Signore.

Dal libro del profeta Giona
In quei giorni, fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s’imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell’equipaggio e gli disse: «Che cosa fai così addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo».
Quindi dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: «Spiegaci dunque chi sia la causa di questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra».
Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia».
Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa’ che noi non periamo a causa della vita di quest’uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse.
Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.   

Salmo Responsoriale   Gn 2,3-5.8
Signore, hai fatto risalire dalla fossa la mia vita.

Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.

Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.

Io dicevo: «Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio».

Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio.  

Canto al Vangelo 
  Gv 13,34 
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 10, 25-37
Chi è il mio prossimo?

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  
  

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