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giovedì 19 ottobre 2017

COSE DIFFICILI DA INTENDERE / giovedì XXVIII° sett. T. O.

Guido Reni - i santi Pietro e Paolo.
Se san Paolo avesse avuto uno sguardo laico sulla realtà sarebbe morto frustrato e arrabbiato: il risultato umano della sua fatica immane e delle persecuzioni subite, è estremamente modesto nei confronti della società. Gli ebrei e i pagani convertiti sono una minoranza sparuta che non scalfisce i poteri costituiti del Sinedrio e tanto meno dell’Impero romano o degli altri Imperi. E la gente che ha raccolto attorno a sé non spicca né per cultura, o per posizione sociale e ricchezza elevate. Non sono nemmeno una élite morale o di caratteri forti: niente “Corpi Speciali” dello Spirito. San Paolo si deve occupare di calmierare beghe tra donne o liti familiari come succede in ogni consorzio umano, correggere peccati banali o più pesanti ma non certamente esaltanti, ripetere senza stancarsi insegnamenti basilari della fede, lasciando comunità con persone ancora e sempre fragili ….
Nulla a che vedere con le folle e la potenza rivoluzionaria suscitate da Lenin o Napoleone Bonaparte o Maometto e via dicendo. Eppure questo piccolo rabbino ebraico senza mezzi si è ritagliato nella Storia un posto tra i più grandi ed influenti.
Stupisce anche il linguaggio difficile (come nel brano della lettera ai romani di oggi) che usa con le persone comuni alle quali predica, tanto che lo stesso san Pietro lo riconosce: “così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina”. (2 Pietro 4,15-16). Paolo non usa un linguaggio populista, non dice ciò che la gente vuole sentirsi dire.
Cosa spiega allora il successo e la grandezza di Paolo? IL SOFFIO! Tutta la sua vita è attraversata da un soffio potente, da un SOGNO, che apre orizzonti infiniti e indica mete ambiziose. Chi vive secondo la carne non può comprenderlo, ma l’uomo, anche il più umile, il più schiacciato dal destino, il meno considerato nella società, il più ignorante, il più timoroso e debole, è capace di aprire il cuore ad una proposta che lo supera da ogni parte.
Ha detto Zuckerbeg che per fondare una grande ditta non bisogna voler fondare una grande ditta ma voler cambiare il mondo. Dio vuole cambiare il mondo ancora oggi. Paolo non ha fondato una grande ditta ma ha incontrato Gesù risorto e si è lasciato guidare dallo Spirito di Dio, dal Sogno di Dio.


Prima Lettura   Rm 3, 21-30a
L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù.
È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è Dio.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 129
Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.     

Canto al Vangelo
    Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 11, 47-54
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. 

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