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mercoledì 11 ottobre 2017

A NINIVE GIONA IMPARO' LA MISERICORDIA / mercoledì XXVII° sett. T. O.

Quindi Dio cambiò idea riguardo al male che aveva minacciato di fare agli abitanti di Ninive e per questo Giona si sente offeso (Giona 3,10 - 4,1).  
Il messaggio del libro di Giona per noi è farci scoprire che Dio non ama soltanto me e il mio gruppo ma anche quelli di fuori, e, forse,  tiene conto sopratutto dei più piccoli, quelli che non c’entrano con le dispute e i peccati dei “grandi”. Addirittura tiene conto degli animali e delle piante. L’amore di elezione per Israele non è annullato ma è un amore inclusivo non esclusivo. Dicono gli ebrei che Dio ama tutti i popoli attraverso il suo Messia, il suo Cristo. Dio custodisce Gerusalemme ma guardandola da una angolazione particolare che gli permette di vedere e custodire tutte le città del mondo.

Invece, istintivamente, noi viviamo un amore che esclude: do più peso alla mia integrità che a quella
degli altri. Per esempio, mi sentirò degno di ricevere misericordia e invece sarò severo verso gli altri, darò importanza a quello che succede a me e al mio gruppo (famiglia, amici, comunità) e importanza minore o nulla a ciò che capita agli altri gruppi. La mia sofferenza, le ingiustizie che subirò, saranno di importanza massima, mentre le sofferenze, le ingiustizie, perfino la morte degli estranei saranno “cose della vita”, “cose che capitano, che ci vuoi fare”. 
Qualcuno ha notato che in tutte le religioni c'è una prima fase in cui la violenza mia o del mio gruppo verso quelli di fuori è giustificata, ma non le aggressioni degli altri verso di me e verso il mio gruppo. Poi viene spesso una maturazione progressiva nella scoperta dell'altro che viene incluso nella visione del mondo con sempre maggiore dignità. Il libro di Giona rappresenta una tappa di questa evoluzione positiva nella maturazione del popolo di Israele, anche se l’ebraismo, fin dall’inizio, paragonato agli altri popoli, è straordinariamente attento al buon trattamento del forestiero e persino dello schiavo "che sono in mezzo a voi", alla protezione dei più deboli. 
Questa apertura agli altri è progressiva anche per noi, popoli cristiani e credenti singoli, anche se Gesù, nostro punto di riferimento, è l'esempio dell'amore inclusivo perfetto. Siamo battezzati in Colui che si è fatto uno con i più poveri e i più peccatori, si è fatto pietra scartata per essere uno con gli scartati. Eppure noi non ci comportiamo come lui, ma continuiamo ad essere indifferenti se non ostili verso coloro in cui non ci riconosciamo e, sulla via dell’apertura agli altri camminiamo passo passo.. 
In una recente intervista al Settimanale francese “Famille chrétienne”, il Cardinale Tagle ha detto:
“moltissime paure potrebbero essere svuotate se incontrassimo concretamente le persone, se sentissimo la loro vera storia, tenendo loro la mano. Prima di essere nominato alla presidenza di Caritas internationalis, ho lavorato sulle cifre impressionanti dell’immigrazione, 60 milioni di profughi, 20 milioni di vittime del traffico di esseri umani, ecc. ma tutto è cambiato quando sono andato nei campi di rifugiati in Libano, in Grecia, in Giordania. Quando parlate con queste persone comprendete allora che sono come voi (il Cardinale si ferma, preso dall’emozione). Non sono numeri, statistiche. Quest'uomo è dalla Siria, quell’altro dall’Irak, questo ancora è Cinese, come mio nonno. Allora le paure sfumano.
Un giorno ero in un campo di profughi in Libano, in mezzo a musulmani. Ho visto un uomo, forse un capo (aveva un bel turbante) che danzava e cantava in arabo. Non capivo, ho chiesto. Voleva ringraziare i cristiani: “Voi cristiani pensate a noi.”


Prima Lettura   Gio 4, 1-11
Tu hai pietà per una pianta di ricino, e io non dovrei avere pietà di Nìnive, la grande città?

Dal libro del profeta Giona
Giona provò grande dispiacere e fu sdegnato. Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».
Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all’ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
Ma il giorno dopo, allo spuntare dell’alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d’oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».
Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!». Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non dovrei avere pietà di Nìnive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 85 
Signore, tu sei misericordioso e pietoso.


Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.
  
Canto al Vangelo 
  Rom 8,15
Alleluia, alleluia.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Alleluia.

Vangelo   Lc 11, 1-4
Signore, insegnaci a pregare.

Dal vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione». 

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