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mercoledì 16 novembre 2016

OGNUNO SA QUANTO FA (S. Francesco) mercoledì XXXIII sett. T.O.

Derviscio
 Il brano dell’Apocalisse ci presenta una conoscenza mistica del paradiso offerta all’apostolo ancora vivo su questa terra. Conoscere Dio, il suo mistero, è fondamentale per l’uomo che si chiede cosa lo aspetta dopo questa vita.
Ma il Vangelo sembra bollare questa ricerca: “In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro”.

Come unire questi due aspetti?
C'è una “ricerca di Dio”  che è sana e rivela un amore sincero, una volontà di incontrare Dio e c'è una ricerca che è solo curiosità, voler sapere, provare “emozioni”, correndo appresso a tutte le notizie di apparizioni, di “persone spirituali”... 
Ci sono anche ricerche sincere di Dio ma tanto diverse dalla via di Gesù, con stati “mistici” più o meno provocati con alcol o altre droghe, oppure pratiche particolari tipo dervisci rotanti, ecc..  
Dervisci rotanti


Salvando la buona fede di ciascuno e gli aspetti positivi che si possono trovare, useremo un termine solo che caratterizza la deriva pericolosa di questi fenomeni: "gnosticismo". Cioè mettere la  conoscenza (gnosi) come fine a se stessa.

Chi cerca Dio per curiosità, per sentirsi speciale, non lavora molto sulla propria conversione e rimane debole, o addirittura lo  diventa sempre di più, sul piano morale tanto da doversi spesso inventare poi giustificazioni varie per questo suo impegno di “ricerca di Dio” che non si traduce nella vita vissuta.
Invece il Vangelo ci indica SEMPRE la via della conversione e riguardo a descrizioni del Regno di Dio accontenta pochissimo la curiosità e l’immaginazione.
Il motivo principale e costante nell’Antico e nel Nuovo Testamento è la priorità della conversione. Dio non vuole farci delle descrizioni del suo Regno ma portarci nel suo Regno, farcelo accogliere mentre ce lo porta, vuole abitare dentro di noi, farci fare esperienza del suo amore. Ma per questo bisogno passare per la croce (“Gesù … era vicino a Gerusalemme”).

Immagine tradizionale di san Francesco:
Egli domina il mondo perché abbraccia
con amore il Crocifisso
 tanto da essere tutt'uno con lui.
In qualche modo l’Antico Testamento è più ricco di immagini. Perché questo? Perché Gesù non era ancora venuto. Dopo l’attesa dell’Antico Testamento” oggi “il Regno di Dio è in mezzo a voi”, perché Gesù è venuto e Gesù è il Regno.

Siamo invitati a non perdere tempo in conoscenze vuote di Dio (gli gnostici) né in contestazioni e discussioni da bar su: “perché Dio così, perché Dio non … ecc.” (che possono tante volte metterci insidiosamente tra le file dei nemici di Dio).
Infatti di Dio (e della vita spirituale), diceva san Francesco: “Ognuno sa quanto fa!”
Parole terribili per tutti noi, ma quanto salutari.

Il Vangelo di oggi infatti si conclude in modo impressionante: “Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme”. 
Gesù ci da lui stesso l’esempio estremo della conversione.  



Prima Lettura   Ap 4, 1-11
Santo il Signore Dio, l’Onnipotente,Colui che era, che è e che viene!

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito. 
Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. 
Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
«Santo, santo, santo
il Signore Dio, l’Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!».
E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
«Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
per la tua volontà esistevano e furono create».

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 150 
Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente.

Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza. 

Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti.

Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore.
  
Canto al Vangelo 
  Gv 15,16
Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.

Vangelo   Lc 19, 11-28 
Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?  

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.  

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