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sabato 5 novembre 2016

sabato XXXI sett. DIAMO IL NOBEL PER L'ECONOMIA ALLO SPIRITO SANTO?

 Le due letture di oggi parlano di rapporto con le ricchezze, di conti, di gestione di situazioni di abbondanza e di indigenza, di ricchezza propria e altrui. È sufficiente per dare un premio Nobel all’Autore di questa Parola?

Io credo che si possa prendere in considerazione. Anche perché l’Autore ha una Parola viva ed efficace che si realizza ed essendo Creatore e proprietario ultimo di tutte le ricchezze ne è anche l’ottimo Amministratore (ADN, Amministratore Delegato da Nessuno se non se stesso. Dio è anche “ADN” nel senso che struttura intimamente la realtà di tutte le cose che esistono). Quindi le sue “Teorie” non sono teorie ma pura verità.

Se non gli diamo il Premio Nobel, conviene senz’altro tenere in gran conto le sue direttive in un ambito in cui l’uomo sembra molto solo e smarrito.

Prima direttiva: circolazione delle ricchezze. Dai oggi quello che puoi e vedi come una sicurezza per il futuro perché il Signore si occuperà del tuo futuro secondo i tuoi bisogni, restituendoti quello che hai dato con abbondanza, oppure in altri beni più necessari in quel momento. Questa regola della circolazione delle ricchezze prevale sulla regola santa del risparmio ed evita l’accumulo guidato dalla paura che immobilizza risorse senza che portino frutto. Questo è anche il pensiero di grandi studiosi dell’economia e del risparmio, che però si devono confrontare con gli alti e bassi della fiducia dei consumatori e delle imprese che si orientano verso i “beni rifugio”. Nell’Economia divina invece “il Signore è il mio bene, tutto il mio bene, il Signore è il mio rifugio”.

Seconda direttiva: con Lui solo contratti “full time” e a tempo indeterminato, anzi, a vita, con pensione d’oro eterna. Se ti chiama al servizio del suo Regno non esigere un contratto part time e a durata limitata. Mettendoti a sua disposizione lui penserà a tutti i tuoi bisogni. Stranamente però questo Proprietario ha tanto lavoro da dare e un’ottima paga con vantaggi sociali introvabili altrove ma “gli operai sono pochi”. Bisogna pregare per averli.
Terza direttiva: lo stipendio è una conseguenza del lavoro. Cosa c'è di più banale di questo? Mi devo spiegare meglio. Ho avuto il privilegio immenso di poter vivere senza soldi per almeno due decenni pieni, fidandomi della provvidenza di Dio. Prima di essere frate, quando avevo un problema, usavo i miei soldi per risolverlo, cercando di comportarmi al meglio, diciamo da bravo ragazzo con qualche principio. Cioè veniva al primo posto il mio bisogno del momento, adornato se così si può dire del mio migliore comportamento. Il mio bisogno era al centro del mio agire.

Dopo, da frate, chiedevo a Dio. Tante volte ho costatato che Lui muoveva le persone secondo la mia preghiera prima che io aprissi la bocca per chiedere loro. Ricordo una volta in autostop con un postulante pieno di fuoco per il Vangelo. Era ancora vestito con abiti civili, perciò non si andava così veloce come quando eravamo due frati col saio a viaggiare. Dovevamo andare da Corleone a Napoli. Avevamo deciso di non chiedere nulla alle persone, fidandoci totalmente di Dio. La sera del primo giorno arrivammo molto tardi soltanto a Gioia Toro e il parroco che aveva una canonica piccola ci portò ad un albergo. Ma lì nessuna cena. In pratica l’indomani a mezzogiorno stavamo ancora in Calabria e l’ultimo pranzo risaliva a 24 ore prima. Arriviamo alle tre del pomeriggio, le tre e mezzo. Avevo lo stomaco nei tacchi come si suol dire ed era passata abbondantemente l’ora normale del pranzo. Dico al Signore: “Ti chiedo perdono ma non ce la faccio più, adesso chiedo a quella persona così gentile che ci ha preso in autostop di darci qualcosa da mangiare”. A quell’istante quel conducente si gira verso di noi e dice: “A proposito, avete mangiato?” – “Sì, ma un po’ di tempo fa!”. In quel caso io e il mio bisogno eravamo ancora al centro del mio agire. Però stavo imparando a pazientare, ad essere contento nell’abbondanza come nella povertà.
Con la provvidenza ho imparato però un’altra cosa fondamentale. Per il Signore conta per primo la carità, poi di conseguenza risolve i nostri bisogni. La prima esperienza illuminante fu a Lourdes. Da allora non ho più esitato nei viaggi in autostop a prendere autostop che non sembravano molto favorevoli se vedevo che il conducente aveva bisogno di una parola. È un principio di economia bellissimo e rivoluzionario, anche se non figura nei manuali di Facoltà di Economia e Commercio. Dice san Paolo che il dono ricevuto lo rallegra soprattutto perché vede in questo un progresso spirituale dei cristiani di Filippi.

Quarta direttiva: per un’economia prospera distacco del cuore dai beni e attaccamento all’onestà, al rigore. Sembra contraddittorio ma è vero. Quelle disposizioni interne rendono più lucidi e intelligenti nelle scelte economiche, più disposti a non inquinare, a non creare situazioni che poi si fanno pagare alle generazioni future.

Ci sono molti altri principi di grande saggezza economica nella Parola di Dio che riguardano il sostegno della domanda interna delle famiglie, il risparmio sulle tensioni sociali, ecc. 
Da approfondire senz'altro. In particolare il fatto che in ebraico la ricchezza si chiama “Mammona”. Lo faremo in un prossimo post.
DIAMO IL NOBEL PER L’ECONOMIA ALLO SPIRITO SANTO

Prima Lettura  Fil 4, 10-19
Tutto posso in colui che mi dà la forza. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. 
Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.
Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Lo sapete anche voi, Filippési, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedònia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. 
Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. 
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.
   
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 111 
Beato l’uomo che teme il Signore.


Beato l’uomo che teme il Signore 
e trova grande gioia nei suoi comandamenti. 
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, 
la discendenza dei giusti sarà benedetta. 

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, 
amministra i suoi beni con giustizia. 
Egli non vacillerà in eterno: 
il giusto sarà sempre ricordato. 

Sicuro è il suo cuore, non teme; 
egli dona largamente ai poveri, 
la sua giustizia rimane per sempre, 
la sua potenza s’innalza nella gloria.

Canto al Vangelo 
  2Cor 8,9 
Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

Vangelo  
 Lc 16, 9-15
Se non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». 

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