Visualizzazioni totali

mercoledì 23 novembre 2016

IL ROSSO COLORE DEL CRISTIANO. S CLEMENTE PAPA E MARTIRE, 23 novembre

Il Servo di Dio, Card. Van Thuan
Questa mattina non ho detto le Lodi prima di scendere per la Messa. Ma avevo preparato le letture. Entrando in sagrestia ho visto la casula rossa pronta. Ho creduto ad un errore delle suore. Magari era rimasta da ieri, memoria di santa Cecilia. Invece era lì per celebrare S. Clemente I, papa e martire. Non sapendolo ancora, ho pensato che comunque corrispondeva bene alle letture: “uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome …”

Noi celebriamo ogni giorno il Testimone fedele, fedele fino alla morte e alla morte di croce, con parole di perdono per i suoi crocifissori, mangiamo il suo corpo dato in sacrificio e beviamo il suo sangue versato in remissione dei peccati, magari distratti, annoiati, sopratutto comodi, presuntuosamente credendoci giusti… dopo che abbiamo evacuato dalla nostra mente la croce.

Ci siamo perfino premurati di scindere in due parole italiane quella che nel greco dell’Annuncio degli apostoli era una sola: “martirìa”. La “martirìa”, per pochi, degni di venerazione ma lontani da noi, è diventato “martirio”, e per noi normali nella nostra vita quotidiana è diventata semplice “testimonianza”.
Credo che sottendiamo così che la nostra testimonianza non contempla di andare oltre l’impegno generoso che tutti gli uomini di buona volontà possono fare, escludendo assolutamente ogni rischio per i nostri equilibri fondamentali e in particolare per la nostra salute. Christian de Chergé, il priore di Thibirine, morto sgozzato assieme ai suoi sette fratelli per aver rifiutato di abbandonare l’Algeria e in particolare i vicini del villaggio che non potevano permettersi di scappare in Francia, faceva notare che il martirio non era scritto da nessuna parte nelle Costituzioni del suo Ordine monastico, ma faceva sempre parte del Vangelo dei cristiani.
E quando parliamo di martirio (tipo: “non ti dico quello che ho passato: un vero martirio!”) indichiamo per lo più che stiamo soffrendo troppo, e ingiustamente. Non ha più senso di testimonianza.


Allora andrebbe bene celebrare ogni giorno col rosso? Certamente!
Ma la Chiesa invece ha scelto il verde. Perché?
Perché Gesù ha dato come segno del suo sacrificio sulla croce un po’ di pane e di vino, prendendoli dalla celebrazione della Pasqua che è liberazione gratuita del popolo dalla schiavitù ad opera di Dio senza che ci siano vittime in mezzo al popolo.
Perché i cristiani non hanno mai avuto l’ideologia del martirio di sangue e non hanno riconosciuto come esempi quei fratelli che si trasformavano in provocatori. Non abbiamo l’ideologia del Shahid islamico che si fa esplodere.
Perché, anche se ci sono stati tanti martiri nella storia della Chiesa, la maggioranza dei battezzati, con uno stile di vita pacifica, hanno veramente portato pace nella società e non contrasti.

Nei primi mesi della mia vita cristiana, scoprendo che il Vangelo era certamente più esigente e radicale di quello che avevo vissuto finora e di quello che mi sembrava vedere attorno a me, volevo portare un po’ tutti alla conversione con una vena polemica e intollerante. Purtroppo questo difetto non è ancora scomparso dalla mia vita. Ma ho avuto la grazia di incontrare subito un fratello più maturo che mi ha permesso di capire che il cristiano ha tanti amici e che la mia interpretazione della testimonianza era ideologica.

Papa Francesco incarna tanto bene questo equilibrio maturo tra la fermezza sui valori e l’infinita pazienza e mitezza di chi vive in comunione con il Signore che non spegne la candela fumigante.
Il Cardinale François Xavier Nguyen Van Thuan, servo di Dio, ha sofferto molto quando, dopo tredici anni di prigionia senza processo di cui nove in isolamento, liberato e accolto in Vaticano, riceveva giornalisti che lo invitavano a denunciare i suoi aguzzini e il loro regime politico. Vedeva che si cercava in lui uno strumento di contrapposizione. Rispondeva: “ma siamo tutti amici. Non ho nessuno da denunciare”. E diceva il vero, perché amandoli dell’amore di Cristo, erano veramente diventati amici. Però a quale prezzo mai ostentato?


Prima Lettura  Ap 15, 1-4                                                               
Cantano il canto di Mosè e il canto dell'Agnello.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
«Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati».

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 97 
Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. 

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore 
che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
  
Canto al Vangelo 
  Ap 2,10
Alleluia, alleluia.

Sii fedele fino alla morte, dice il Signore,
e ti darò la corona della vita.
Alleluia.

Vangelo   Lc 21, 12-19
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. 
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Nessun commento:

Posta un commento