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sabato 26 novembre 2016

MARANA THA! VIENI SIGNORE GESU'! sabato XXXIV sett. T.O.

Marána tha! Vieni, Signore Gesù!.
il ritornello del Salmo di oggi è preso da Apocalisse 22,22. È il penultimo versetto della Bibbia. Chiudiamo con queste letture l’Anno Liturgico.
Impressiona nel Vangelo che Gesù ci metta in guardia affinché il giorno della sua venuta non sia per noi come un laccio di cacciatore che piomba addosso alla preda. Il Signore non è l’Amore misericordioso? Non è l’amico dell’uomo che ha perdonato tutti i peccati?

È però una misericordia seria che ci chiede una scelta chiara. Sappiamo che il nostro incontro definitivo con Cristo si realizza attraverso alla morte, e la morte per quasi tutti, credenti e non, è proprio come il laccio del cacciatore che si abbatte sulla sua preda. Quando il medico ha annunciato a Padre Dehon (fondatore dei dehoniani) che stava per morire, questi ha battuto le mani in un applauso di gioia! Andava da Gesù! Diceva il medico - ed erano tempi più cristiani dei nostri - che in tutta la sua vita era la prima volta che vedeva un paziente reagire così. Quando hanno annunciato a papa Giovanni XXIII che non c'era più nulla da fare, il suo segretario si è messo a piangere, e papa Giovanni gli ha detto: “Stupido, piangi mentre mi danno la più bella notizia che si possa dare ad un prete!”

Sono pochi quelli che muoiono così, anche se ho incontrato alcuni credenti veramente esemplari, presbiteri e laici. Quando don “Mimì” Galluccio ha ricevuto la notizia che non c’erano più speranze l’ho visto “incassare il colpo”. Dopo due giorni l’ho rivisto: totalmente sereno. Ieri ho portato l’olio degli infermi ad una sorella anziana che non riusciva più a parlare ma capiva tutto, e, aprendo il Vangelo perché il Signore ci dia una Parola, il Vangelo ha dato il passo dove Gesù parla dell’albero buono che porta frutti buoni. È vero Gesù parla anche dell’albero cattivo, ma ho capito che lei era l’albero buono. Anche il fatto che la figlia mi abbia chiamato perché la mamma riceva i sacramenti è segno che questa mamma ha trasmesso la fede ai figli. Il documento recente della Congregazione per la Fede sulla Sepoltura dei fedeli e la Cremazione inizia così: “Per risorgere con Cristo, bisogna morire con Cristo”. Purtroppo costatiamo che sempre meno i nostri battezzati muoiono con il conforto dei sacramenti. È un segno preoccupante per noi pastori. Nessuno vuole mettere limiti alla potenza della misericordia di Gesù e il suo dialogare intimamente con i suoi figli fino all’ultimo anche al di fuori dei sacramenti, ma perché rischiare su una svolta così fondamentale della vita?, perché non dare la testimonianza che ci affidiamo a Cristo in vita e in morte?

Faccio appello a tutti: chi è seriamente ammalato chiami la parrocchia per ricevere i sacramenti regolarmente e in particolare l’unzione degli infermi, anche più volte nel decorso della malattia. I familiari non si nascondino dietro il dito e aiutino il loro congiunto ammalato a ricevere questo conforto. Ne saranno ringraziati in eterno. Ho vissuto tante esperienze in cui il Signore ha cambiato la sorte di un ammalato, anche moribondo, attraverso questo sacramento, e ha manifestato che per Lui è importante che si riceva questo sacramento, questo dono, anche per persone che sono peraltro assidue alla comunione, che sono, come si dice “già a posto”.

Una volta sono stato salvato io misericordiosamente, e posso dire miracolosamente, da un incidente molto grave che poteva essere fatale: un giorno in convento, stavo da solo e ho messo il piede in fallo in una scala di ferro molto ripida che non aveva passamano. Sarei dovuto cadere testa in avanti sui gradini di ferro e anche se non morivo, sarei rimasto senza possibilità di soccorso per molto tempo. Invece sono stato trasportato lateralmente di circa 70 centimetri, strisciando contro il muro e cadendo poi riverso su un cassa di bottiglie vuote e mi sono rotto solo una costola.
Il primo pensiero è stato di respirare. Il secondo è stato di costatare che non stavo pregando. E se morivo in quell’istante? Ho sentito che il mio cuore era indurito. Grazie alla costola rotta non ho dormito quasi per un mese e ho potuto pregare tantissimo! Grazie Signore!

Nel Vangelo Gesù ci mette in guardia che non si appesantiscano i nostri cuori. Le dissipazioni appesantiscono il cuore come pure il troppo bere. E su questo siamo d’accordo. Ma Gesù dice pure che lasciarsi prendere dagli affanni della vita appesantisce il cuore.
Su questo, credo che dobbiamo un po’ tutti farci un serio esame di coscienza. Probabilmente ci sentiamo giustificati quando ci lasciamo prendere dagli affanni della vita. Ed è chiaro che Gesù non vuole neppure persone che fuggano davanti alle loro responsabilità familiari o di lavoro, ecc. 
Però non possiamo annullare la Parola di Dio. Solo chi prega in modo incessante e mette il Signore realmente al primo posto potrà trovare giorno dopo giorno quell’equilibrio spirituale che lo vedrà avere un cuore libero per Dio e pienamente impegnato nei propri doveri.

Marána tha! Vieni, Signore Gesù!.



Prima Lettura  Ap 22, 1-7
Non vi sarà più notte perché il Signore Dio li illuminerà. 

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
L’angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
   
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 94 
Marána tha! Vieni, Signore Gesù!


Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. 

Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra. 

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Canto al Vangelo 
  Lc 21,36 
Alleluia, alleluia.

Vegliate in ogni momento pregando, 
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo  
 Lc 21, 34-36 
Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere. 

Dal vangelo secondo Luca 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 

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