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lunedì 28 novembre 2016

CI SARA' GIOIA PER GLI SCAMPATI DI ISRAELE lunedì I sett. di Avvento

“Allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione.”

Il Signore promette pace e lo esprime con il simbolo che caratterizza la liberazione dall’Egitto (Esodo 13, 21-22) e il tempo del “fidanzamento nel deserto” d’Israele col suo Dio.
Tante volte per la celebrazione del loro 25° di matrimonio gli sposi, sopratutto la donna, chiedono che sia il più possibile “come quel giorno”. Talvolta è troppo, è sentimentalismo che indica che l’amore non è maturato, ma un po’ di nostalgia per le grazie felici dei primi tempi è più che normale. Dio dice che il suo amore è sempre vivo nella sua freschezza e che, malgrado le nostre mancanze, le nostre stanchezze, può rinnovare i nostri cuori.

Anzi,Dio ci prepara sorprese migliori di ciò che abbiamo mai vissuto. Il Vangelo testimonia la gioia di Gesù che costata la fede del centurione, come un fiorire dello Spirito nell’umanità anche pagana. Questo centurione va aldilà di ciò che Paolo costata nella lettera ai romani: “Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono”. (Rm 2:14-15). Quando Gesù annuncia che molti verranno da Oriente e Occidente per sedersi alla mensa di Dio apre una prospettiva meravigliosa.

Agli sposi che portano il peso e spesso anche le asperità del giogo coniugale, costatando sconsolati che il loro matrimonio sembra solo acqua e che la festa è bell’e finita , papa Francesco ripete  spesso che il vino migliore deve ancora venire. Anche se non lo comprendiamo e siamo oggi pessimisti.


  



Prima Lettura  Is 4,2-6
Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.
 

Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. 
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 121
Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. 

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Canto al Vangelo   Sal 79,4  
Alleluia, alleluia.

Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia.


Vangelo 
  Mt 8, 5-11
Molti dall'oriente e dall'occidente verranno nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

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